
Volley, invita una 15enne a uscire. Arbitro squalificato quattro mesi
Quattro mesi di squalifica per un aperitivo. È questa la sanzione inflitta dal tribunale federale della Fipav nazionale a un arbitro bolognese, per l’invito rivolto a una giovane atleta di 15 anni, al termine di un match del campionato provinciale Under 16 del comitato di Ravenna. La sentenza fa riferimento al deferimento proposto dalla procura federale all’inizio di maggio.
Al fischietto, già nei quadri arbitrali da diversi anni, sono state contestate numerose violazioni ad articoli del Codice etico Fipav, del Codice di comportamento sportivo del Coni, dello statuto Fipav e del regolamento giurisdizionale della stessa Fipav, "per aver tenuto, nella sua qualità di arbitro designato a dirigere una gara del campionato Under 16 femminile del Comitato territoriale di Ravenna, un comportamento inappropriato e inopportuno nei confronti di un’atleta, tentando un approccio, e violando così i doveri connessi alla funzione svolta, oltre ai principi etici federali. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di poteri e violazione di doveri, derivanti dall’esercizio delle sue funzioni e di aver agito per motivi futili e abietti".
Secondo la sentenza, firmata dal presidente del tribunale Massimo Rosi, "il fatto appare provato anche per quanto affermato dinanzi alla procura dall’atleta denunciante. L’incolpato non ha smentito di aver, al termine dell’incontro, invitato l’atleta capitana della squadra ad accompagnarlo per prendere un aperitivo. Non può ritenersi lecito che un ufficiale di gara, fra l’altro nell’imminenza del termine di una gara, inviti un’atleta, oltretutto minorenne, per un incontro privato; ciò a prescindere dall’intento che l’incolpato ha dichiarato, ovvero discutere di fasi di gioco". Fra le aggravanti c’è anche quella della recidiva. Risulta che, l’anno scorso, lo stesso arbitro – comunicato ufficiale del Tribunale federale n. 62/2023 – sia stato squalificato per 14 giorni per "un comportamento inappropriato e inopportuno nei confronti di una responsabile di campo e della segnapunti, proferendo commenti ed apprezzamenti di natura sessista sui seni delle malcapitate".
Nel corso del procedimento l’arbitro, difeso dall’avvocato Federica Sanvido, affermò di "non comprendere le ragioni per le quali veniva accusato di atti che, comunque, negava di aver posto in essere".