ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Vito: parla come mangi (le lasagne)

Lo spettacolo del comico debutta stasera al Fanin: "Tanti ’masterchef’ in giro, torniamo a una cucina più di cuore"

Vito: parla come mangi (le lasagne)

Vito: parla come mangi (le lasagne)

’L’altezza delle lasagne’, questo il titolo del nuovo spettacolo del comico bolognese Vito, ricco di tutta la sua ‘bolognesità’ e della sua passione per la cucina. Il monologo, scritto da Francesco Freyrie e Andrea Zalone con la regia di Daniele Sala, andrà in scena per la prima volta stasera alle 21 al teatro Fanin di San Giovanni in Persiceto. Seguiranno poi due repliche il giorno seguente sempre alle 21 e domenica alle 17. Partirà poi un tour in giro per l’Italia, che riprenderà poi l’anno prossimo.

Lei definisce questo suo nuovo debutto come un ‘monologo di sopravvivenza gastronomica’: il pubblico che cosa si deve aspettare?

"Parlo di ‘sopravvivenza’ perché ormai la sera quando fai un po’ di zapping davanti alla tv trovi minimo tre canali di cucina, trovo che ci sia un po’ un eccesso. Sarà un monologo politicamente scorretto, non volgare perché non è nel mio stile, ma ne ho per tutti".

Non bisogna essere permalosi dunque…

"Ma io non offendo mica nessuno! – ride–. Però tiro in ballo molte categorie, dai vegani agli intolleranti, a Masterchef, a quelli che vanno al ristorante e mai una volta prendono quello che c’è sul menù, ormai oggi se vuoi far da mangiare per fare contenti tutti devi fare dell’acqua bollita! Lo spettacolo è molto divertente e credo che il pubblico sarà dalla mia parte alla fine".

Uno spettacolo che unisce le sue qualità, la comicità indubbiamente, ma anche la cucina: si diverte di più a cucinare o a fare ridere il pubblico?

"La cucina è la mia valvola di sfogo, dopo ore di teatro vado a casa e cucino. Spesso chiamo anche la compagnia a casa mia, per me è un momento di grande rilassamento, e più sono stressato più cucino cose difficili, quindi prima di un debutto è un momento buono per venire a mangiare da me".

Una delle critiche che lei porta avanti nel suo spettacolo è che ormai sono tutti diventati un po’ chef: un invito a prendersi meno sul serio?

"Ormai vai a mangiare al ristorante e tutti fanno domande del tipo: “Ma la verdura qui la avete tagliata a julienne o brunoise? Ma se fino all’altro giorno facevi la scarpetta nella salsiccia con i fagioli, dai!. Io per passione personale ho fatto il giro di tutti gli stellati d’Italia e di mezza Europa, eppure ciò che cerco rimane la trattoria, dove si mangia con la pancia e non con la testa".

Cerca ‘l’altezza delle lasagne’, insomma…

"Proprio così! Questo titolo viene da un racconto di mio padre: una volta durante un convegno di cucina gli chiesero “Ma lei di quanti strati la fa la lasagna?” e lui rispose “La faccio di 7 strati”. Incuriositi e un po’ stupiti gli chiesero la motivazione, e sai mio padre che cosa gli rispose? “Beh, è l’altezza del tegame!”. Questo per dire che cucinare significa anche sapersi prendere alla leggera: secondo me bisogna tornare a una dimensione un po’ più semplice della cucina, più, di cuore, di passione. Di famiglia".