Bologna, 18 novembre 2023 – “Il punto di partenza è unico: la Virtus, per storia, tradizione, per rispettare i parametri fissati dall’Eurolega e per dare ospitalità ai tifosi ha bisogno di un impianto suo. Poi, fissato questo punto, possiamo discutere le strade per arrivarci”. Roberto Brunamonti è una leggenda bianconera.
Il primo giocatore al quale è stata ufficialmente ritirata la maglia numero 4. Con la Virtus, da giocatore dal 1982 al 1996, come allenatore nel 1997 e come dirigente dal 1997 al 2002 ha vinto tutto quello che c’era da vincere.
Brunamonti, letta l’intervista che Zanetti ha rilasciato al Carlino?
"Certo".
Che idea si è fatto?
"Zanetti ha parlato da imprenditore. E l’ha fatto nell’interesse della Virtus".
Fiera o Castel San Pietro?
"L’assunto è che la Virtus e Bologna hanno bisogno di un palazzetto che risponda a certe necessità. Se si riesce a farlo in città è meglio. Ma l’altra opzione, Castel San Pietro, mi sembra valida. Castello non è così lontano da Bologna".
Diceva della necessità di un club, come la Virtus, di disporre di un certo tipo di impianto.
"Una società che investe come la Virtus e che ha dei costi deve pensare anche ai ricavi. E questo passa attraverso un impianto che disponga di ristoranti e negozi. Come succede nel resto d’Europa".
Lei, prima con la Nazionale maschile poi con quella femminile, ha girato il mondo.
"E, solo pensando all’Europa, ho visto arene bellissime. Spagna e Germania. Ma anche in Romania, Bulgaria, nella ex Jugoslavia, tra Lubiana e Belgrado. Arene belle e funzionali. La Virtus ne merita una così".
Zanetti ha parlato di ritardi e tempi lunghi.
"Non conosco i tempi delle burocrazia. Ma la Virtus deve rimanere al passo con i tempi. Al sindaco Lepore piace il basket. Immagino farà il possibile".
Martedì lei era alla Segafredo Arena.
"Atmosfera incredibile. E non solo perché c’era Milano. Ero ospite di un evento Macron. Ho visto dirigenti di altre nazioni e altre federazioni fare filmati e foto, estasiati".
Lei arrivò a Bologna, da Rieti, nel 1982.
"E fu subito PalaDozza. Lì si respira la storia. Virtus, Fortitudo, ma anche i concerti di star internazionali, congressi di partito. È un monumento e una struttura dove si vede bene da qualsiasi punto. È un gioiello, è nel centro di Bologna. Ma si scontra con una capienza non adeguata. Così come il contorno".
Ricorda? Piazza Manfredi Azzarita venne trasformata in Piazza Brunamonti Roberto, capitano bianconero.
"È la preistoria (ride, ndr). Ripeto, è un gioiello architettonico. Ma la Virtus ha bisogno di più. Per essere in linea con i parametri dell’Eurolega. E per pensare a un equilibrio tra costi e ricavi".
Torniamo all’altra sera…
"Colpo d’occhio eccezionale. Ho visto tante teste bianche, unite a quelle di ragazzi felici. È bello vedere questa unione, questo passaggio di consegne" .
Che idea si è fatto della squadra?
"Un gruppo equilibrato, che ha già raggiunto una sua chimica e amalgama. Il merito va dato a Banchi: non ci ha messo molto a trovare le misure della nuova realtà. Poi…".
Dica.
"Sono contento per Abass. Un ragazzo tanto bravo quanto sfortunato. Vederlo così mi ha reso felice".
C’è un altro ragazzo che lei conosce molto bene.
"Sì, Belinelli. L’ho visto sorridente, motivato. Marco è felice: è nel posto giusto al momento giusto. È un plus per la società".