Violenza sessuale, Favia a processo L’ex M5s: "Ho la coscienza a posto"

Il gip ha ordinato l’imputazione coatta. Era il 2021: la compagna denunciò di essere stata costretta a un rapporto. Lui replica: "Mi si accusa di un reato odioso, da me lontanissimo. Smentiremo i dubbi del giudice".

Violenza sessuale, Favia a processo  L’ex M5s: "Ho la coscienza a posto"

Violenza sessuale, Favia a processo L’ex M5s: "Ho la coscienza a posto"

Il gip Domenico Truppa ha ordinato di formulare l’imputazione per Giovanni Favia per l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna con cui l’ex esponente dei Cinque stelle aveva avuto una relazione. La decisione arriva contestualmente a quella di accogliere la richiesta di archiviazione per altri reati inizialmente ipotizzati dalla Procura: stalking e lesioni.

"Tranquillo, anche se amareggiato e sorpreso" dalla valutazione del Gip, Favia – difeso dall’avvocato Francesco Antonio Maisano – sottolinea come "la Procura ha chiesto l’archiviazione per tutti e tre i reati. E questo è un fatto importante". Le indagini, spiega, "hanno certificato che la mia accusatrice ha oggettivamente mentito su molti aspetti" della vicenda.

L’episodio per cui si procede risale alla notte tra il 5 e il 6 novembre del 2021, quando Favia, denunciò la vittima, l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale. "Mi si accusa di un reato odioso, da me lontanissimo – commenta Favia –. Ritengo che si tratti di una querela ritorsiva nei miei confronti per avere messo fine alla relazione".

Per il giudice, gli elementi acquisiti consentono però di formulare una "ragionevole previsione di condanna": lo si evincerebbe dai messaggi che i due si scambiarono la mattina dopo, in cui commentarono quanto accaduto. Altri riscontri sarebbero rappresentati dalle testimonianze di persone con cui la donna si confidò.

"Ho la coscienza a posto. Affronterò con serenità l’udienza preliminare – afferma Favia –. In quella sede, prove alla mano, potremo smentire questo ultimo dubbio del Gip".

L’ex grillino si dice "rammaricato, avendo una famiglia, di vedere che, ancora una volta, si colpisca mediaticamente la reputazione di una persona prima ancora che il processo sia iniziato. Una cosa non degna di un Paese civile. Mentre noi non avevamo dato notizia della richiesta di archiviazione di tutto il procedimento fatta dalla Procura per il rispetto e la delicatezza che certe indagini impongono a tutti".

"Affronteremo con serenità gli ulteriori passaggi della vicenda", conferma l’avvocato Maisano. "Con la consapevolezza che la decisione presa dal giudice si sostanzia su una diversa interpretazione di due messaggi whatsapp scambiati all’indomani dei fatti, da due persone che all’epoca avevano una relazione sentimentale".

Luca Orsi