NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Violentata per un’ora dal branco. Si getta dalla finestra per salvarsi

La donna attirata con l’inganno di poter consumare coca. I tre ragazzi sono stati arrestati dai carabinieri

Violentata per un’ora dal branco. Si getta dalla finestra per salvarsi

Violentata per un’ora dal branco. Si getta dalla finestra per salvarsi

Da quell’appartamento, raccontano i vicini, ogni sera arrivavano urla e confusione. Era un ‘refugium peccatorum’ di sbandati e soggetti poco raccomandabili, con cui il padrone di casa, un ventiduenne piemontese, si accompagnava spesso. Lo ha fatto anche la notte dello scorso 29 maggio, accogliendo tra le mura della casa lasciatagli dalla famiglia - che lo aveva allontanato - due tunisini di 17 e 18 anni. Con cui, al termine di una notte balorda, ha adescato, sequestrato e stuprato una donna. Che, pur di sfuggire alla violenza di gruppo, si è lanciata dalla finestra.

Una dinamica dell’orrore quella ricostruita, in questo mese, dai carabinieri della compagnia Bologna Centro. Che martedì hanno eseguito le misure cautelari in carcere (alla Dozza e al Pratello) per i tre indagati, richieste dalla pm Anna Maria Cecilia Sessa e firmate dal gip Sandro Pecorella. Tutto era partito alle 5 del mattino di quel 29 maggio, quando i residenti del palazzo al civico 30 di via Oberdan avevano sentito delle urla disperate, seguite da un tonfo sordo.

Sotto le loro finestre, sull’asfalto di via Bertiera, in una pozza di sangue, c’era una donna somala di 37 anni. La testa e il bacino fratturati, un dolore tale da mantenerla in uno stato di semi incoscienza. Quando i carabinieri della stazione Bologna, guidata dal luogotenente Angelo Strappato, arrivano, scoprono subito che la donna si è procurata quei traumi cadendo da una finestra del primo piano. Ma nessuno, da quell’abitazione, risulta aver dato l’allarme. All’inizio i militari ipotizzano un’omissione di soccorso, in un contesto di droga e degrado. Ma quello che emerge poi è un incubo lungo un’ora. Da cui la vittima, con quel drammatico volo, ha tentato disperatamente di sottrarsi.

I militari ascoltano i residenti del palazzo, sequestrano il cellulare del ventiduenne e acquisiscono i video delle telecamere in strada. E scoprono così che il ragazzo quella sera non era solo con la vittima: con lui c’erano i due giovani tunisini, entrambi arrivati in Italia nel 2023 come minori stranieri non accompagnati e ospiti della stessa comunità. Insieme, è quello che emerge dagli accertamenti, decidono di adescare la trentasettenne. La incontrano in zona universitaria. Lei, senza fissa dimora e con problemi di tossicodipendenza, accetta di seguirli dietro l’offerta di consumare insieme coca ed eroina. Ma appena varca la soglia dell’appartamento di via Oberdan, i tre dimostrano le loro vere intenzioni. Prima le propongono un rapporto sessuale e, quando lei rifiuta, provando ad andarsene, la chiudono a chiave dentro. Lei si ribella, tenta di resistere. La picchiano. E il diciassettenne la stupra. Gli altri non fanno in tempo a fare lo stesso. Perché la trentasettenne, disperata, vede la finestra. E dopo aver urlato e chiesto aiuto, si lancia di sotto. I tunisini, capita la malaparata, scappano via. Lasciano in casa il ventiduenne. Che fa finta di niente, fino a quando alla sua porta si presentano i militari dell’Arma a chiedere spiegazioni.

Dall’analisi del suo cellulare, emerge la prima verità agghiacciante: racchiusa nei messaggi scambiati tra il ventiduenne e gli altri due indagati, in cui risulta palese la volontà di avere un rapporto sessuale con la donna e l’inganno della droga per attirarla in casa. Lei viene poi sentita in ospedale. E quello che racconta è uno spaccato di orrore e disperazione. I carabinieri identificano in breve i giovani stranieri. Il minorenne viene arrestato in città e portato al Pratello. L’altro viene rintracciato a Sesto San Giovanni, dove era fuggito. Anche il ventidunenne si era allontanato da Bologna: i militari lo hanno trovato e fermato a Pesaro.