Bologna, 28 giugno 2024 – Violentata dal compagno e da un amico di lui, nella stanza della casa occupata dove la coppia viveva assieme ai figli, due bimbi piccoli. Una storia di violenza domestica terribile, quella messa a verbale da una trentenne tunisina, su cui stanno indagando i carabinieri della compagnia Bologna Centro, che sarebbe avvenuta qualche tempo fa all’interno dell’occupazione - guidata dal collettivo Plat - di un palazzo Acer in via Carracci. Dove la vittima, a quanto si apprende, da qualche tempo aveva trovato ‘casa’. Uno stabile che è stato invaso abusivamente da circa otto mesi e dove vivono, a oggi, un centinaio di persone, tra cui una trentina di minori.
Stando a quanto ricostruito, la donna era fuggita dallo stabile, confusa e spaventata, ed era andata a chiedere aiuto nel vicino ufficio della Polfer, dicendo di sentirsi male. E i poliziotti avevano subito allertato il 118. Tuttavia, la trentenne non aveva riferito agli agenti della violenza sessuale subita, abuso invece raccontato ai medici una volta arrivata al pronto soccorso del Maggiore. Motivo per cui i sanitari l’avevano subito sottoposta al Protocollo Eva, allertando a loro volta i carabinieri, che avevano quindi raccolto la testimonianza della ragazza.
Ai militari e ai medici la trentenne avrebbe raccontato che quel giorno proprio il marito, dopo averla picchiata come accadeva spesso (anche di fronte ai bimbi), l’avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale prima con lui e poi con l’amico. Gli esami a cui è stata sottoposta in ospedale hanno confermato la veridicità degli abusi subiti.
Della vicenda è stato quindi informato il procuratore Giampiero Nascimbeni, che ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata, con le indagini affidate ai militari dell’Arma. Indagini complicate dalle difficoltà ‘ambientali’ riscontrate dai carabinieri, impossibilitati a esperire accertamenti all’interno dello stabile, a causa dell’ostilità degli occupanti. La trentenne, una volta dimessa dall’ospedale, è stata affidata al Pris, allertato anche per prendere in carico i suoi bambini. Intanto, i militari hanno iniziato ad approfondire la posizione del marito della ragazza e dell’ospite che, assieme a lui, avrebbe abusato della trentenne. È stato anche lui identificato: è un senza fissa dimora d’origine nordafricana, gravitante come la coppia nell’occupazione di Plat.