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Villa Inferno Bologna: "Festini? Carcere per 30 anni"

E' la pena complessiva chiesta per i 15 imputati dell’inchiesta che ha scosso l’Italia su sesso e droga con le minorenni

Villa Inferno, a Pianoro di Bologna, teatro dei festini bolognesi

Bologna, 12 gennaio 2022 - In tre hanno proposto di patteggiare: anni più cash. In dieci, invece, di farsi processare in abbreviato con richieste di condanna per un complessivo di 30 anni (si va dall’anno e 2 mesi ai 3 anni e 8). Un altro imputato, infine, non avendo formalizzato alcuna richiesta di rito alternativo, andrà a dibattimento. Villa Inferno, ecco il conto. I festini a base di cocaina e sesso alla presenza di una minorenne – oggi parte civile – sono arrivati al rush finale: ieri la seconda tranche della preliminare, pronta a chiudersi il 25 gennaio con le ultime arringhe e l’attesissima sentenza.

Villa Inferno, a Pianoro di Bologna, teatro dei festini bolognesi
Villa Inferno, a Pianoro di Bologna, teatro dei festini bolognesi

Villa Inferno processo a Bologna, le richieste del pm. Ecco quanto rischiano gli imputati

PATTEGGIAMENTI Quattordici gli imputati (un quindicesimo, Deni Meta, è irreperibile e per lui il processo è stato sospeso) finiti davanti al gup Alberto Gamberini accusati, a vario titolo, di spaccio (contestato a 13 persone), induzione alla prostituzione minorile (6), pornografia minorile, tentata truffa. L’unico ad essere presente ieri, durante le quasi sei ore di battaglia nell’aula bunker del carcere della Dozza, era Luca Cavazza, ex capo ultras della Virtus e già candidato sindaco, pronto a patteggiare.

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"Abbiamo presentato la nostra proposta – così gli avvocati Massimiliano Bacillieri ed Ercole Cavarretta – risarcendo già la collega che rappresenta la parte civile e ricevendone la liberatoria". Stessa scelta fatta anche da Davide Bacci, il proprietario della villa di Pianoro, e dall’avvocato ed ex della parte lesa Umberto Mancini: per i tre si va dall’anno e 4 mesi ai 2 anni, oltre a un risarcimento complessivo alla giovane che si aggira attorno ai 35mila euro. Unica delle cinque parti lese citate dalla Procura che si è costituita parte civile: Marta (il nome è di fantasia, ndr ). Fu lei, con la madre, a dare il "la" ai carabinieri della Bologna centro. Uscirono chat e testimonianze inequivocabili, ma soprattutto un video dove faceva sesso con alcuni invitati alle feste di Pianoro, poi fatto girare a sua insaputa. "La cocaina – disse il 26 aprile, seminascosta dietro a separé, barra dritta e tenendo testa a oltre tre ore di incidente probatorio – mi rendeva euforica, mi disinibiva. E loro, di conseguenza, mi hanno usata...".

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VIA L’INDUZIONE Per i tre che hanno scelto di patteggiare è stata rimodulata l’imputazione più grave: l’induzione alla prostituzione minorile ad atti sessuali. Stessa situazione per Piero Randazzo, l’agente immobiliare che con la ragazza ebbe una relazione di qualche mese, il quale ha scelto la via dell’abbreviato con una richiesta di condanna a 3 anni. Due mesi in più, invece, per l’ex parrucchiere cesenate Fabrizio Cresi ("che a Villa Inferno – chiosa il suo avvocato, Donata Malmusi, non ci ha mai messo piede"); 3 anni e 8 mesi – pena più alta – invece la richiesta per Gianluca Campioni, uno degli ultimi a finire nell’inchiesta, presente nel video incriminato con l’allora minorenne. Stessi anni, sempre in abbreviato, chiesti per Gianni Marseglia e Carlo Paolo Prosapio, finiti nella rete del pm Stefano Dambruoso con le accuse di spaccio di droga.

SOLDI Intanto c’è chi ha già presentato alla vittima una prima parte del danno: chi un assegno circolare da 10mila euro, chi una quietanza a totale e integrale ristoro, chi annunciando che ricucirà presto il gap (ballerebbero 5mila euro) per chiudere un "patteggiamento equo" e uscire di scena definitivamente.