Visto da lontano il profilo è quello di una classica casa-torre tipica dell’Appennino. Ma basta avvicinarsi e metterla a fuoco, complice anche un’insegna al neon lunga quasi 20 metri, e si capisce subito che non è un edificio comune quello cresciuto in aperta campagna alla periferia di Montepastore, quasi 600 metri di altitudine, lungo la dorsale della collina segnata dalla via Borgotto.
Fra poche settimane questa moderna casa-torre, denominata ‘Villa I tigli’, totalmente rivestita di telai in alluminio di finestre dismesse verrà abitata dal suo autore e ideatore: l’artista Flavio Favelli, 57 anni, toscano di nascita, bolognese di adozione, residente da molti anni a Savigno, nella vicina Valsamoggia, che prima dell’inverno si trasferirà qui, in territorio di Monte San Pietro.
La sua bottega-deposito resterà invece nella zona produttiva del paese del tartufo dove continuerà ad assemblare le sue originali opere, che sono state esposte nei più importanti musei e rassegne d’arte del mondo e che lo vedono presente in tante collezioni pubbliche e private italiane ed estere. Svariati anche gli interventi svolti in città e nei centri della Valsamoggia: le installazioni al supermercato dismesso e alla casa del popolo di Bazzano, e gli stencil realizzati sulla casa Casellina di Savigno. Ed era noto anche il suo progetto di rivestire di telai di finestre dismesse la sua attuale abitazione alla Pieve di Samoggia, così come di riutilizzare cancelli in ferro battuto recuperati ognidove come barriere di protezione ai lati del vicino ponte sul Samoggia.
Proposte entrambe bocciate per i veti di Soprintendenza e Provincia di Bologna. Dinieghi che non lo hanno scoraggiato: "Ho trovato per caso questo terreno edificabile a Montepastore che mi è stato messo a disposizione e così ho realizzato qui il mio progetto di casa d’artista" ha spiegato Favelli nel corso dell’incontro pubblico organizzato dal Comune di Monte San Pietro con l’obiettivo di presentare un intervento che ha suscitato non poche perplessità fra residenti e visitatori.
"E’ una residenza d’artista che per noi sarà un ‘magnete storico-culturale’ come ha sottolineato l’assessore regionale Mauro Felicori - ha detto la sindaca Monica Cinti - che va ad arricchire un territorio caratterizzato da un diffuso patrimonio architettonico (borghi, chiese, case-torri, la Badia, il castello di Mongiorgio, Villa Pradalbino), da piccoli musei di valore (Collezione di moto Bruno Nigelli, Museo del territorio, la casa-museo di Gino Pellegrini),e l’osservatorio astronomico. Nessun favoritismo urbanistico, anzi, lì erano previste sei nuove villette che non si faranno, con una grande riduzione di consumo di suolo".
Gabriele Mignardi