REDAZIONE BOLOGNA

Viaggio nel mondo di Pier Paolo Pasolini

Elena Bucci accompagna il pubblico tra le parole e i ricordi del drammaturgo a cento anni dalla nascita

Un viaggio nella biografia e nelle opere di Pier Paolo Pasolini che passa anche attraverso testimonianze, ricordi e sguardi di chi lo conobbe da vicino, accompagnato dalle musiche che amava il poeta e scrittore nato a Bologna e da brani contemporanei. Si intitola "Cento anni di Pasolini" lo spettacolo in prima assoluta in programma domani al Cassero di Castel San Pietro alle 21, portato in scena dall’attrice, regista e autrice Elena Bucci e dal flautista Massimo Mercelli con la collaborazione della compagnia di Russi "Le Belle Bandiere".

Com’è nata, abbiamo chiesto all’attrice l’idea di uno spettacolo su Pier Paolo Pasolini?

"Stavo già lavorando da diverso tempo su Laura Betti, sulla cui figura è nato lo spettacolo ‘Bimba’, che a Pasolini è stata legatissima. Diciamo che questo ‘Cento anni di Pasolini’ è diventato un po’ un lavoro su Pasolini visto da Laura Betti".

Poeta, sceneggiatore, regista, scrittore, drammaturgo. C’è una definizione tra queste che più veste Pasolini?

"Ha avuto un amore tale per la libertà, una disperata vitalità, energia e curiosità, che lui per primo non si sarebbe messo ‘etichette’, non avrebbe scelto per lui un ruolo più di altri. Semplicemente, i suoi linguaggi per esprimersi erano talmente tanti che non avrebbe potuto essere una cosa soltanto".

Come immaginerebbe Pasolini nell’epoca attuale?

"Troverebbe il modo di interloquire e di essere vitale anche in un mondo come quello di oggi, che è poi quel mondo che lui aveva immaginato già decenni fa da lucido visionario qual è stato. Come allora, individuerebbe e capterebbe il disagio ma anche le gioie".

A proposito di disagio, quale aspetto del mondo d’oggi è più lontano da Pasolini?

"La fatica che si fa a discutere in modo costruttivo. C’è molto litigio ma poca discussione, c’è un’incapacità di confronto come quelli che invece lui aveva costantemente, per esempio con amici come Alberto Moravia, che ritroveremo anche in questo ‘Cento anni di Pasolini’". La musica ha un ruolo importante in questo spettacolo.

"Lo definisco un concerto, non uno spettacolo teatrale. Ho scelto di privilegiare la parte poetica, inserendo anche testi meno conosciuti. La musica, quella classica che amava Pasolini e quella contemporanea, contribuirà a far ‘suonare’ come nuove anche le sue parole già sentite".

Claudio Bolognesi