Il cortocircuito è stato interno. Prima il sopralluogo del sindaco nei giorni scorsi, per vedere la situazione dopo l’esondazione del Ravone. Poi l’ordinanza choc, arrivata il 31 ottobre, in cui si chiede ai residenti di provvedere immediatamente ad "attività di verifica tecnica e strutturale e ripristino della sicurezza" dei danni provocati dall’alluvione, soprattutto per quanto riguarda "il rigonfiamento del muro di contenimento del corsello" adiacente ai civici 15 e 17. Infine, la tirata d’orecchie arrivata da Matteo Lepore, che ha strigliato i suoi perché ignaro del provvedimento. Che, comunque, resta in vigore.
Scoppia il caso in via Zoccoli, in zona Saragozza, dopo che cantine e condomini sono scoppiati a causa della furia dell’acqua. Tanto che il sindaco incontrerà i residenti in settimana. "Gli uffici hanno il mandato da parte nostra di dialogare con i cittadini, ma chi ha firmato l’ordinanza ha già ricevuto la mia telefonata", taglia corto il primo cittadino, spiegando l’impasse. Insomma, un passo indietro legato soprattutto ad aspetti comunicativi, insufficiente però a far ritirare l’ordinanza. "Prevede una serie di cose che si devono fare per legge – precisa Lepore –, però credo che come amministrazione dobbiamo portare avanti il dialogo con la cittadinanza per affrontare insieme la situazione. I cittadini hanno alcune osservazioni rispetto al regime proprietario di una strada che attraversa il loro condominio, occorre vedere con loro questo aspetto: dopo l’approfondimento capiremo se l’ordinanza potrà essere potata avanti o meno".
Al momento, i cittadini hanno 10 giorni di tempo (dal 31 ottobre, quindi entro domenica prossima) per comunicare al Comune i tecnici incaricati delle verifiche.
La polemica, intanto, è già servita. Sul tema ha preso parola Elena Ugolini, candidata civica alle Regionali sostenuta dal centrodestra: "L’atteggiamento da scaricabarile di chi ha amministrato la nostra Regione è lo stesso di quello del sindaco di Bologna. Il 17 e 18 novembre votare de Pascale significa votare Lepore: è arrivato il momento di cambiare, insieme". A Ugolini ha risposto Michele Campaniello, capogruppo del Pd a Palazzo d’Accursio: "È insopportabile che la destra utilizzi continuamente l’alluvione per fare campagna elettorale. Ugolini non sa nemmeno di cosa parla, dato che ci sono atti dovuti previsti dalla legge che le amministrazioni devono mettere in campo".
L’attacco è arrivato anche dalle opposizioni: "L’ordinanza sembra una farsa – sferzano le consigliere meloniane Francesca Scarano e Manuela Zuntini –. Lepore si scusi con i cittadini per questo pasticcio e ritiri immediatamente l’ordinanza". Per Forza Italia, invece, "il tilt all’interno dell’amministrazione comunale, che a volte appare più realista del re, è tangibile", mentre la Lega attacca con Venturi e Di Benedetto. Duro anche l’intervento di Confabitare, con il presidente Alberto Zanni che esprime "profondo sconcerto per l’ordinanza" e richiede con urgenza "un tavolo di confronto con residenti e associazioni di proprietari immobiliari".
Ma spetta davvero ai condomini provvedere alla manutenzione di muretti e pertinenze nella strada privata a uso pubblico?
"Effettivamente dovrebbe essere competenza dei privati, tutto dipende dalla convenzione fatta all’epoca della tombatura del canale", spiega l’avvocato Luca Ceccaroli, che già seguì il famoso caso di via Saffi, quando nel 2023 l’acqua cominciò a sgorgare dalle cantine. Il caso di via Zoccoli, tuttavia, sembra differente per il legale: "Non sono stato contattato in merito, ma penso che sia diverso, perché in Saffi la colpa fu additata alle puntellature sotto la strada, mentre qui il discorso riguarda il contenimento della portata del torrente".