MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Via San Felice a Bologna, il futuro. I cantieri a primavera preoccupano i negozianti: “Già ora è un disastro”

Viaggio tra le attività della strada, nella quale a marzo ’arriverà’ il tram. Tra degrado e bivacco, una commerciante confessa: “Ho subito una rapina”. E c’è chi invoca ristori: “Passa meno gente, abbiamo bisogno di aiuto”

Da sinistra: i commercianti Francesco Ardissone e Antonio Maggio

Da sinistra: i commercianti Francesco Ardissone e Antonio Maggio

Bologna, 26 settembre 2024 – Sta cambiando tutto, anzi è già cambiato. E noi siamo preoccupati”. Ancora una volta, a prendere parola sono i commercianti, investiti dalle trasformazioni e dai cantieri che attanagliano le Due Torri. La preoccupazione aleggia ormai da mesi in via San Felice, dove le ruspe arriveranno il prossimo marzo. Ma con i cantieri già avviati in via Riva Reno, che si intersecano con la via, gli esercenti stanno già pagando il prezzo della chiusura.

Sembra che il Comune proponga soluzioni che non sono soluzioni – afferma Francesco Ardissone, di Ardissone collezionismo –. Per arrivare al lavoro ieri mattina ci ho impiegato due ore. Ma il peggio è che la cassa ne sta già risentendo: tanti clienti non riescono più ad arrivare qui, sono costretto quindi a prendere appuntamenti esterni, fuori dal negozio. Speravo di avvertire i cali di fatturato solo in primavera, invece già si sentono”.

Il timore è di “non avere ristori – confessa Ardissone –. Vorrei avere agevolazioni certe, come magari avere la possibilità di spostarmi in altre sedi, usufruendo di spazi o di un mercato. Sono qui da 22 anni: spero di esserci per molti altri ancora, ma è dura”.

Brancola nel buio anche Rosa Santangelo, di Griffe e Vintage. “Il passaggio di clienti è inesistente data l’assenza del bus, è tutto piatto – tuona –. Soffriamo l’assenza dei parcheggi, così come della corrente e della luce che ogni tanto saltano. Ma ciò che dà più fastidio è il fatto che nessuno abbia considerato un piano B”. Un altro tema caldo è il degrado, del quale “siamo già vittime, per questo mi chiudo a chiave all’interno del negozio – aggiunge Santangelo –. Quando chiuderanno la strada, saremo alla mercé di chiunque, visto che ci saranno i pannelli. Non è stato nemmeno previsto un servizio di sicurezza. Ci sentiamo presi in giro”.

Tra degrado e bivacco la zona è già compromessa. “Ho subito una rapina e sono stata anche aggredita con un coltello, con due fendenti – confessa un’esercente del circondario –. Sono ancora sotto choc e da quell’episodio ho deciso di chiudermi dentro il negozio. Con la chiusura sarà peggio, la sicurezza mancherà e avrò paura. Sempre più spesso viviamo episodi di violenza: la Giunta dovrebbe preoccuparsi di questo, cosa che non sta facendo”.

“Il degrado sotto al Portico c’è già – conclude Antonio Maggio di Bononia Caffè –. Bisogna prestare attenzione a tutti gli utenti che passano: con la chiusura, l’angolo cieco inviterà questi soggetti a comportarsi come già fanno. Ma in merito ai lavori, noi non stiamo riscontrando disturbi e l’attività è rimasta lineare. Il tram potrà migliorare la zona e abbellirla, quindi vedremo cosa succederà. Come in tutte le trasformazioni, c’è chi è più penalizzato e chi meno: il locale è grande e sposterò il lavoro all’interno quando ci sarà il cantiere”.