Bologna, 26 aprile 2018 - Nel tour classico delle dieci cose da vedere sotto le Due Torri i canali non sono mai mancati. Ma in questi giorni del lungo week end che porta al 1° maggio – in cui molti turisti hanno scelto Bologna tra le città d’arte da visitare – si sono formate lunghe file anche davanti alla finestra di via Piella. Certo, quella finestrella che si affaccia tra le abitazioni sul Canale delle Moline ha un fascino del tutto particolare, tanto che quell’angolo viene chiamato anche ‘la piccola Venezia’ di Bologna. Insomma, il richiamo è del tutto giustificato, ma vedere che è diventato uno dei luoghi top per scattare un selfie, può anche sorprendere. Per saperne di più, ci siamo rivolti alla sociologa Egeria Di Nallo, esperta nell’osservare i cambiamenti delle città.
Professoressa Di Nallo, queste file la stupiscono?
«Non bisogna meravigliarsi più di tanto – risponde – perché i turisti attuali, a differenza di quelli d’un tempo, arrivano già abbastanza documentati e che Bologna sia stata solcata da corsi d’acqua lo si legge in tutte le guide. D’altro lato, però, la collocazione di questa finestra dà il senso della scoperta. È un luogo che bisogna cercare e trovare e questo fa sempre parte del nuovo turismo che non si accontenta del piatto pronto, ma cerca di condire le sue pietanze con qualcosa di più personale. La finestra su via Piella rappresenta anche una piccola conquista individuale, un tocco di originalità in un percorso ufficiale».
Perché tra i vari itinerari attrae così tanto?
«I turisti la vogliono andare a vedere, la cercano, perché è la rappresentazione visiva, in tempo reale, delle due città: contemporanea e antica».
L’acqua gioca un particolare ruolo di richiamo?
«Certo. Questa finestra apre anche una singolare visione di Bologna, che a noi sembra abbarbicata alla terra e che appare, invece, come una piccola Venezia, una città con un reticolo di corsi d’acqua che un tempo comunicava con Ferrara e da lì anche con il capoluogo veneto, attraverso uno scambio non solo di merci, ma anche di costumi e di civiltà».
Come si spiega che anche la finestra, luogo che potremmo definire di nicchia, abbia scatenato la voglia di selfie?
«La finestra di via Piella è un evidente segno della cultura turistica che si innamora anche della vita ordinaria e non ha vergogna di dimostrarlo nel modo più diffuso che abbiamo di immortalare le nostre esperienze: con il selfie. Sarà una foto da illustrazione, che non parlerà da sola, ma avrà bisogno di un racconto che coinvolgerà le esperienze personali del viaggio».