Bologna, 6 settembre 2024 – Sconcerto. È ciò che si legge nei volti e nelle parole dei residenti di via Piave e dintorni dove mercoledì sera, intorno alle 22, il sedicenne Fallou Sall è stato ucciso a coltellate al termine di una rissa tra minorenni. La zona, a pochi passi da via Saffi e l’ospedale Maggiore, è descritta da quasi tutti gli abitanti come "tranquilla".
Nel vicino parco del Velodromo, piccoli gruppi di ragazzi che si ritrovano tra loro si alternano a famiglie con bambini che si divertono con i giochi presenti nell’area verde. Niente, quindi, che lasciasse presagire una tragedia simile.
"Erano circa le 22, noi eravamo in casa – racconta una donna che abita a pochi metri dal luogo dell’omicidio – e abbiamo sentito delle urla, richieste d’aiuto, delle voci strazianti di ragazzi. Abbiamo immaginato subito che fosse successo qualcosa di grave e siamo corsi verso la finestra per capire meglio. La scena che ci si è presentata davanti agli occhi è stata terribile, c’era questo ragazzo riverso a terra in una pozza di sangue e altri giovani intorno, che abbiamo capito essere gli amici, che urlavano disperati chiedendo aiuto. Siamo increduli e frastornati, non ci capacitiamo di ciò che è successo anche perché non c’erano mai stati episodi di violenza in questa zona. Mi sono sempre sentita tranquilla, mi capita spesso di tornare tardi con i miei figli di 6 e 11 anni dal parco e non abbiamo mai avuto problemi. Non so davvero cos’altro dire, siamo veramente sconvolti".
Una sensazione condivisa anche da un altro residente, la cui casa si trova a pochi metri dalla Trattoria ’Nonna Rosa’, vicino al parco: "Sono sotto choc per quello che è successo – dice guardando incredulo verso il punto esatto in cui è morto il sedicenne – anche perché questa è una zona tranquilla. Capita che qualche volta la sera si sentano delle persone urlare, ma è raro assistere a episodi di violenza. Mi è capitato solo in un caso quest’estate di vedere un gruppo di ragazzi litigare, ma niente di più. Abito qui da molto tempo e sinceramente non ho mai avuto la percezione di una zona pericolosa, anzi".
C’è chi, invece, lamenta una certa ‘vivacità’ in zona Saffi: "Io abito qui da otto anni – racconta un altro residente – e la situazione è sempre un po’ la stessa. La gente esce dai locali la sera, casomai dopo aver bevuto un po’ troppo, non si rende conto dell’orario e inizia a fare un po’ di confusione. Episodi di una tale gravità come quello di ieri sera (mercoledì, ndr) non erano mai successi, ma ce lo si poteva aspettare perché il quartiere è frequentato anche da diversi soggetti un po’ sopra le righe".
Diverso il racconto di una farmacista che lavora in via Marzabotto e abita poco lontano da via Piave: "Vivo qui da qualche anno – le sue parole – e posso dire che questa è sempre stata una zona alquanto tranquilla. Non ci sono mai state risse o episodi gravi, motivo per cui sono abbastanza sconvolta per ciò che è successo. Mi capita a volte di uscire da lavoro più sul tardi, ma non ho mai avuto problemi né mi sono sentita in pericolo per qualche motivo".
Ciò che traspare dal racconto di chi abita questa porzione di città a pochi passi dall’ospedale Maggiore è di totale incredulità rispetto a quanto successo nella serata di mercoledì: "Questa è sempre stata una zona sicura – racconta una signora che abita poco distante da via Piave – che non ha mai dato problemi. Ho una figlia coetanea della vittima, che tra l’altro conosceva, e anche parlando con lei non ho percepito paura o timore nel vivere il quartiere. C’è qualche episodio di spaccio all’interno del parco, ma non era mai successo niente che lasciasse presagire un qualcosa di così grave come l’omicidio di un ragazzo di 16 anni".