REDAZIONE BOLOGNA

Via delle Moline: "Le indagini aiutano, gira meno droga. Ma il degrado resta"

I residenti concordi: "Movimenti sospetti diminuiti nella strada. Ma lo spaccio si è solo spostato e chi consuma comunque gravita qui"

Via delle Moline: "Le indagini aiutano, gira meno droga . Ma il degrado resta"

I residenti di via delle Moline chiedono di continuare con indagini e controlli

Bologna, 2 dicembre 2024 – "Tre anni fa, dopo l’aggressione in via delle Moline, fui io ad alzare i toni, perché non si potevano continuare a trattare da criminali comuni dei soggetti che invece si muovevano nell’ambito di un’associazione organizzata, con modalità analoghe a quelle della camorra". Giovanni Favia, che in via delle Moline è di casa, in questi anni ha avuto modo di osservare dalle vetrine del suo ristorante l’evoluzione dello spaccio nella zona. E, dopo le condanne seguite alla maxi indagine della Squadra mobile, coordinata dalla Dda, si è fatto un’opinione precisa: "Via delle Moline è migliorata molto dopo quella retata – dice –, ma il problema, benché con modalità diverse, si è solo spostato: tra piazza Verdi e via Petroni lo vediamo ogni giorno quello che c’è. Il basso degrado che oggi ci affligge, che si trasforma in furti e spaccate, è legato al fatto che la droga c’è e c’è chi la consuma e per pagarsela è pronto a tutto. Per questo ben vengano operazioni che alzano il livello, che non trattano gli spacciatori come ‘cani sciolti’, ma li vedono per quello che sono: pedine di un ingranaggio criminale ben più articolato".

Che ci sia stata una ‘migrazione’ dei pusher lo hanno notato anche i residenti di via delle Moline e via Capo di Lucca, che denunciano però, come già fatto da Favia, l’aumento del degrado nella zona. "Il problema dello spaccio c’è sempre – dice un residente della strada –: si è spostato verso la Montagnola, dove da tempo chiediamo un presidio fisso di forze dell’ordine anche a tutela dell’asilo. I controlli ci sono, vediamo il grande sforzo della polizia e dei carabinieri... Ma anche la loro frustrazione, visto che in Italia per lo spaccio di strada non c’è carcere. Quindi sì, questa operazione ha avuto un impatto importante, ma c’è tanto da fare, partendo da controlli serrati anche in quei locali che danno ospitalità agli spacciatori". Un altro ragazzo che vive in via Capo di Lucca ha notato la "diminuzione di strani movimenti nella strada: da qualche sera c’è anche una camionetta dell’Esercito che sosta per un po’ sotto casa, ed è un buon deterrente alle attività illecite. Invece, andrebbe fatto qualcosa per la presenza, non solo nel weekend, di gruppi di ragazzi che bivaccano sotto la sede di Scienze politiche. Quello che lasciano la mattina dopo si descrive da sé. Non è possibile che non si possa fare niente per risolvere questo problema".

Analoga è la posizione di un altro residente: "Di spacciatori nell’ultimo periodo se ne vedono pochi – dice –. Prima erano una presenza costante all’angolo con via delle Moline. Tra arresti e controlli, effettivamente si sono spostati. Questo non vuol dire che il problema sia risolto: i loro clienti gravitano ancora qua. E l’effetto è un contesto di insicurezza e degrado".

n. t.