Bologna, 9 luglio 2023 – Sono le 11 di un sabato mattina qualunque, in pieno luglio, con il termometro fisso oltre i 30 gradi. Alle porte di via de’ Carbonesi sono disposte a tre o quattro metri di distanza le due fioriere dei T-Days. Si affaccia una Fiat 500: una prima frenata, poi l’accelerata verso l’imbocco della via, in barba alla pedonalizzazione del weekend. Alla fine della strada, c’è una transenna: il giovane alla guida scende, la sposta, e passa. Dopo due minuti, di auto ne arriva un’altra: stesso copione. Poi un’altra ancora.
In via de’ Carbonesi il via vai, il fine settimana, c’è eccome, ma sono più che altro auto e scooter che continuano a passare di lì, pur non potendo. Pedoni, pochi: la maggior parte sono residenti che tornano a casa dopo una passeggiata, o qualcuno che va alla Pam per la spesa. "Io ho scelto di mettere meno dehors, ed evitare i tavoli su via de’ Carbonesi – spiega Valentino Montanari, barista all’angolo con d’Azeglio –. Troppe macchine, è pericoloso: ci manca solo che succeda un incidente".
La strada è al centro del dibattito da oltre un anno: prima con il mastodontico cantiere che l’ha tenuta chiusa per mesi, poi con la pedonalizzazione sabato e domenica. "Il cantiere ci ha massacrati, mentre la pedonalizzazione non fa grande differenza per gli incassi: quello che sposta sono i turisti – continua Montanari –. Forse sarebbe stato meglio creare una sorta di T con via Farini".
Ora il dietrofront del Comune, che è tornato sui suoi passi e ha deciso, da settembre, di cancellare lo stop al transito di auto e bus. E c’è chi subito si interroga sul perché si debba aspettare la fine dell’estate: "È stato un flop, mi chiedo come mai non tornare subito alla normalità – commenta Davide Cuppini, hotel Roma, poco più su in via d’Azeglio –. Ora la situazione è invivibile: abito in via Azzurra e, senza i T-Days in Carbonesi impiego 45 minuti per andare a casa. Con la via bloccata, un’ora e mezza…".
I commercianti sembrano sollevati del cambio di rotta di Palazzo d’Accursio, mentre tra i residenti resta qualche voce fuori dal coro: "È piacevole avere meno traffico davanti casa e, in fondo, si tratta appena di 100 metri di strada – sottolinea Alessandro Tugnoli –. Forse le persone dovrebbero imparare a essere più elastiche…". C’è chi poi, come Alberto Cantoni con la moglie Enrichetta, ha sempre sposato l’idea di una pedonalizzazione ‘allargata’, ma ora è spiazzato: "C’è molta confusione nelle scelte urbanistiche operate negli ultimi tempi – puntualizzano i coniugi –. Dalle piste ciclabili colorate e pericolose alle zone 30, fino a queste pedonalizzazioni promosse e poi bocciate: bisognerebbe avere più attenzione alle abitudini dei cittadini".
Sul fronte politico, Stefano Cavedagna, capogruppo di Fd’I in Comune, chiede "Carbonesi s i riapra subito, non a settembre". La giunta "alla fine ha ascoltato cittadini e commercianti, non erano soddisfatti di questa scelta prettamente ideologica. Lepore faccia lo stesso anche sulla Città 30, rispetto alla quale c’è grande avversità".