Una bandiera rossa con l’inconfondibile logo della Fiom che rappresenta i simboli del lavoro. Sotto il vessillo, non solo operai in lotta, ma anche il viceministro di fede meloniana Galeazzo Bignami in camicia bianca (nella foto). Bolognese, deputato e numero due del ministero dei Trasporti, ha voluto portare la sua vicinanza agli operai della Magneti Marelli di Crevalcore. Giorni matti e disperatissimi con i lavoratori in presidio davanti ai cancelli per dire no alla chiusura dello stabilimento annunciato dal fondo americano Kkr che controlla l’azienda (e che su altri lidi sta giocando la grande partita della rete unica di Tim). L’arrivo di Bignami non era atteso e lo stesso deputato di Fratelli d’Italia (che ieri ha anche partecipato anche al funerale dell’imprenditore Giulio Bargellini, ndr) ammette: "Sono venuto qui in qualità di parlamentare ed esponente del governo che ha a cuore l’interesse dei lavoratori e del territorio". Insomma, "nessuno ha avuto alcunché da eccepire sulla mia visita. Feci lo stesso quando ci furono le crisi di Saeco, Fini etc...".
La posizione del viceministro è chiara: "Capisco l’intento della proprietà che vuole massimizzare il profitto, ma non lo può fare a discapito dei lavoratori che qui, con questo territorio e con questa azienda, hanno un legame storico. Per questo, ho molte perplessità in merito alla scelta del fondo Kkr".
Non si scompone di fronte al binomio Bignami-bandiera Fiom il segretario della Cgil bolognese Michele Bulgarelli: "Si tratta di una vertenza spartiacque. Per questo, come ha detto il leader nazionale della Fiom, Michele De Palma, ognuno – compresa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – deve scegliere da che parte stare. O con i lavoratori o con Kkr. Quindi se Bignami è venuto alla Magneti Marelli per portare la sua solidarietà agli operai e prendere un impegno come governo per far tornare il fondo Usa sui suoi passi, bene. Se, al contrario, è venuto qui per fare la passerella, gli ricordo che i metalmeccanici hanno buona memoria...".
Bignami, dalla sua, usa parole di ’concordia’: "Di fronte a queste situazioni di certo non è il caso di dividersi", e non manca di riportare anche alcuni temi toccati durante l’incontro coi lavoratori. Come quello della transizione green.
"Qualcuno si è detto preoccupato. C’è il timore che questa di Magneti Marelli possa essere un’avvisaglia per i futuri cambiamenti del settore", ipotizza Bignami. Non nascondendo che "il governo sulla transizione green per l’automotive ha dubbi sia in ordine al conseguimento dell’obiettivo del contenimento delle emissioni, sia in merito al rischio di un duro impatto dal punto di vista economico e sociale". Paure e perplessità che, in seguito all’incontro, Bignami ha poi trasmesso al Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso. Ora la data da cerchiare in rosso è il 3 ottobre, giorno in cui le parti si confronteranno al tavolo convocato al Mimit.
Rosalba Carbutti