"Ho appreso stamattina (ieri; ndr) dai giornali locali di essere indagato insieme a persone che non conosco e su fatti di cui sono completamente estraneo. Non mi è mai capitato, questo è un giorno orribile. Ho dato incarico al mio legale di approfondire la vicenda da cui prendo completamente le distanze". A parlare è Filippo Vernassa, direttore artistico del Teatro Celebrazioni e dell’Europauditorium. Il suo nome compare tra le sedici persone indagate nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda con il pm Flavio Lazzarini, che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di due misure cautelari in carcere nei confronti dell’imprenditore calabrese di 39 anni Omar Mohamed e di uno dei suoi principali finanziatori, per l’accusa, ossia il cinquantenne Massimo Nicotera, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa e ritenuto vicino a un clan camorristico dell’hinterland napoletano. Vernassa risulta indagato – senza l’aggravante del metodo mafioso, va precisato – con le accuse di usura pluriaggravata e tentativo di estorsione continuata e pluriaggravata.
"Non ho ricevuto nessuna comunicazione da parte della Procura – ha spiegato ieri in una conferenza stampa, convocata nel primo pomeriggio proprio al Celebrazioni – sono dispiaciuto e sconcertato perché il mio lavoro e quello delle mie imprese teatrali è creare bellezza". "Presenteremo denuncia – così Cristian Malaguti, l’avvocato che lo assiste – contro ignoti per calunnia e per tutte le altre violazioni eventuali che ci potrebbero essere, legate alla rivelazione di segreto d’ufficio".
Secondo gli investigatori, il direttore artistico dei due teatri avrebbe prima prestato dei soldi richiedendoli indietro con interessi usurari, poi, quando la somma non gli era stata restituita per intero, avrebbe minacciato i suoi debitori. In particolare, le accuse parlano di 20.000 euro prestati a due imprenditori attivi nel settore degli orologi di lusso e in difficoltà economiche, soldi di cui Vernassa avrebbe chiesto la restituzione entro trenta giorni con un tasso del 20%, dunque per un totale di 24.000 euro. Non solo. Quando gli imprenditori hanno restituito solo parte della somma pattuita, Vernassa, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe minacciato loro e pure alcuni loro parenti pur di riavere il denaro.
Una versione dei fatti che sia il diretto interessato, sia il suo legale, smentiscono categoricamente. "Il mio assistito – spiega Malaguti – è stato accostato a soggetti cautelati e gli sono stati attribuiti fatti di enorme gravità. È evidente che per noi è fondamentale chiarire e manifestare la netta distanza tra Vernassa, che fa un altro lavoro, e questi gravissimi fatti". E ancora: "Anche a tutela delle due realtà teatrali – conclude l’avvocato – è importante prendere le distanze e ribadire che Vernassa non conosce Omar Mohamed e le altre persone di cui si parla nell’inchiesta. Lo stesso vale per le due società che rappresenta. Chiederemo alla Procura di essere interrogati e siamo a completa disposizione dei magistrati. Garantiremo il totale accesso ai nostri conti correnti, visto che si parla di usura. Un reato che comunque presuppone l’utilizzo di denaro, quindi è facile capire se un soggetto ha disponibilità di risorse occulte oppure no e se le dà in prestito chiedendo un interesse".