Bologna, 17 ottobre 2021 - Che dopo seinove mesi l’efficacia del vaccino anti Covid scendesse un po’ era un’ipotesi che gli studiosi davano praticamente per certa. D’altra parte anche il vaccino antinfluenzale viene ripetuto all’inizio di ogni stagione invernale proprio perché l’efficacia viene meno.
Ora questa ipotesi è suffragata da analisi e osservazioni scientifiche.
Cosa sta accadendo nelle nostre zone?
"A Bologna, ma come altrove, stiamo osservando un lieve aumento dei ricoveri di persone con più di 6065 anni e, soprattutto di anziani con età superiore agli 80, che sono vaccinati da più tempo. A questi si aggiungono anche persone fragili in quanto immunodepresse o con malattie croniche", risponde Lorenzo Marconi, medico dirigente dell’Unità operativa di Malattie infettive interaziendale e co-coordinatore Vax-Consilium.
Può farci capire perché succede?
"Le persone più fragili vengono colpite più duramente dalla variante Delta di Sars-CoV2 che sappiamo essere più aggressiva, con maggiore trasmissibilità. Al momento chi è giovane e immunocompetente resta protetto nei confronti delle forme gravi, anche a distanza di mesi dalla vaccinazione. Nelle persone anziane, immunodepresse o con malattie croniche vaccinate da oltre sei mesi, invece, le difese immunitarie generate dal vaccino non sono più sufficienti a proteggere dalle forme gravi. Gli studi confermano che tale protezione può calare dal 95-98% fino al 70%".
Quindi la terza dose è opportuna?
"Direi che è necessaria: gli studi effettuati da Paesi che hanno iniziato la vaccinazione prima di noi, come Israele e Regno Unito lo dimostrano. La terza dose, nelle persone che hanno più di 60 anni, riduce le forme gravi di malattia di oltre venti volte rispetto a chi ha ricevuto il ciclo vaccinale standard con le due dosi. L’efficacia della terza dose nel recuperare le difese immunitarie appare straordinaria".
Sono stati osservati effetti collaterali di rilievo con questo richiamo vaccinale?
"Questa terza dose si è dimostrata sicura. Gli effetti collaterali registrati dopo di essa sono mediamente più leggeri rispetto alle prime due dosi".
Sul fronte dei contagi, nel Bolognese, da alcuni giorni si sta osservando una leggera risalita anche se gli effetti, al momento, non sono gravi e sono sotto controllo. Nella giornata di ieri le nuove infezioni, infatti, sono 67. Tra questi ben 50 sono inseriti in focolai e solo 17 vengono considerati di tipo sporadico. Già da diverse settimane i medici stanno sottolineando che la maggior parte di infezione avviene nei nuclei familiari e la causa, nella maggior parte delle situazioni, è determinata da una persona che non ha ancora effettuato il vaccino. Questi nuovi contagi, sempre al momento, non sembrano evolversi in forme gravi da richiedere ricoveri in reparti ad alta intensità. Prova ne è il calo del numero di posti occupati nelle terapie intensive degli ospedali bolognesi che vedono scendere il numero dei malati di una unità: sono dodici rispetto ai tredici comunicati il giorno prima.