"Farò altro nella vita". L’annuncio è arrivato come un fulmine a cielo non troppo sereno. Magari più nebuloso, vista la centralità nel panorama bolognese della viabilità (tram, cantieri, Passante, Città 30), pochi minuti dopo la composizione dell’Assemblea legislativa (e della giunta regionale nei giorni scorsi).
In un venerdì mattina, come quando un artista musicale rilascia a sorpresa un nuovo disco, e tutti subito non parlano d’altro. Valentina Orioli annuncia le proprie dimissioni da assessore alla Nuova Mobilità, e tutti subito hanno iniziato a ragionare su un possibile rimpasto in vista. Anche la sede, oltre alla tempistica, ha lasciato molti perplessi: non una conferenza o un punto stampa, come fu ad esempio a luglio per Elena Di Gioia che lasciò la carica di delegata alla Cultura (quando lo stesso sindaco parlò di rimpasto entro fine anno), né una nota o una dichiarazione scritta, ma l’incontro a Casalecchio dedicato alla linea blu del tram. Quella che collegherà il centro città al comune della prima provincia. Tanto che anche il sindaco Matteo Ruggeri, sul palco, è rimasto spiazzato e ammette che "non lo sapeva".
"È una decisione maturata – spiega Orioli, a cui "non piace" la parola ‘dimissioni’ –. Ne ho parlato con il sindaco (Matteo Lepore, ndr) e ho sentito che non fosse più giusto togliere spazio al mio lavoro e alla mia famiglia che ha dei bisogni molto speciali". E a chiede già come proseguirà l’iter della nuova infrastruttura dopo le dimissioni, l’ormai ex assessora risponde: "Io sul tram voglio salire, non scendere. Tornerò al mio lavoro e lo dico in un bellissimo momento, consegnando a Bologna e a Casalecchio un progetto coronamento di tutto il lavoro che abbiamo fatto sul tram". E ancora: "Devo cominciare a rallentare, e da una che ha fatto la Città 30... – aggiunge con una battuta –. Lascio un lavoro impostato e in parte fatto, che andrà sui binari giusti".
D’altronde, tra le mani di Orioli, sono passate tutte le ultime, macro trasformazioni della città in campo urbanistico e di infrastrutture. Non solo il tram, di cui è stata la prima sostenitrice, ma appunto la Città 30, l’approvazione del Pug (il Piano urbanistico generale), fino al dossier della candidatura dei portici a Patrimonio dell’umanità Unesco. È stata lei la vicesindaca al fianco di Virginio Merola nel suo secondo mandato, ricoprendo anche il ruolo di assessore all’Urbanistica e all’Ambiente. Architetto, è anche professoressa associata di Tecnica e pianificazione urbanistica al dipartimento di architettura dell’Alma Mater, con impegni nelle sedi di Bologna e Cesena, dove è nata.