ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Valentina Marchesini: "Bene il Tram e la Città 30, ma l’aeroporto va ripensato. Per la Garisenda noi ci siamo"

Intervista alla manager del gioiello del packaging: "Nel 2024 grande festa per i nostri 50 anni. Ma le aziende non sono isole: dobbiamo prenderci cura delle piccole imprese"

Bologna, 24 novembre 2023 – “Il lavoro è vita". Valentina Marchesini, responsabile Risorse umane e direttrice della Beauty division e del reparto marketing di Marchesini Group, quando parla della sua azienda si emoziona. Soprattutto in vista di un anno importante, il 2024, quando il gioiello del packaging di Pianoro spegnerà 50 candeline. Tremila collaboratori tra Italia e estero, più di 500 milioni di fatturato nel 2022, e una certezza: "L’azienda è un luogo di comunità". Per questo Marchesini Group non vuole essere solo un’isola virtuosa, dove i lavoratori in azienda hanno la lavanderia, il farmacista che ti porta i medicinali, le lasagne take away per la cena.

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L’urlo di Marchesini contro la violenza sulle donne

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Valentina Marchesini
Valentina Marchesini

"Il futuro – dice – non lo facciamo da soli, ma va costruito insieme". Un futuro connesso alle sfide della nostra città – dalle infrastrutture ai nuovi limiti a 30 all’ora, fino alla salvaguardia della Garisenda – e all’impegno per combattere la violenza sulle donne. Dopo lo strazio inferto a Giulia Cecchettin, ormai simbolo di tutte le vittime di femminicidio, la mobilitazione lanciata dal nostro giornale oggi contagerà anche gli otto stabilimenti di Marchesini: "Abbiamo aderito alla campagna di ’Qn per le donne’. E, in pausa pranzo, alle 13, faremo un minuto di rumore, indossando qualcosa di rosso".

Valentina Marchesini, guardiamo all’anno che verrà. Un anno importante, visto che festeggerete i 50 anni...

"Sono in azienda da 20 anni e ho assistito a una crescita incredibile. Per questo il messaggio che invieremo a tutti è che guardiamo ai prossimi 50 anni e il futuro si costruisce insieme".

Ci anticipa qualche iniziativa?

"Ci sarà un grande weekend di festa a settembre e chiameremo i nostri collaboratori da tutto il mondo. La data è stata fissata per necessità organizzative, ma il primo giorno coincide con quello che sarebbe stato il compleanno del nonno (Massimo, fondatore della Marchesini, ndr ). Non credo sia solo un caso... Poi faremo anche un grande regalo alla città, ma non posso svelare altro. Di sicuro, stiamo organizzando una ’challenge’ tra studenti universitari ai quali chiederemo di lavorare sul futuro del packaging della farmaceutica che è il nostro settore di riferimento".

Il tema della mancanza di manodopera tocca anche voi?

"Collaboriamo con la nostra università, ma vogliamo cercare studenti nuovi, dalla Slovenia all’Albania fino alla Turchia. Abbiamo tanto da offrire a questi ragazzi. Li chiameremo qui, mentre per ringraziare i nostri clienti organizzeremo durante fiere o eventi nel mondo festeggiamenti diffusi. Insomma, nel 2024 non ci annoieremo".

Pensando al futuro. Come vede la congiuntura economica per il 2024?

"Sono molto preoccupata per le aziende piccole. Noi siamo visti come punti di riferimento, ma dev’essere chiara l’importanza della filiera. Senza piccole imprese non lavoriamo, per cui dobbiamo averne cura. Il governo deve guardare lì o rischiamo di perdere dei patrimoni. Ci sono artigiani che non sanno più a chi lasciare le attività. Penso a quelli della meccanica, ma anche alle sarte, a chi fa i tortellini... L’Italia vive di questo, noi le abbiamo provate tutte. È dura, ma non dobbiamo gettare la spugna".

Ha parlato di sarte e viene in mente la Perla, un grande patrimonio a rischio...

"Le aziende devono fare i conti con la realtà, ma non si possono perdere tali professionalità che raccontano il nostro territorio e che non si trovano più. La difficoltà degli imprenditori sta anche qui. Per questo è necessario un sistema che metta insieme la scuola, l’università, le imprese. Solo così abbiamo quel futuro di cui parlavo".

Non ci si salva da soli?

"Le imprese non sono isole. Ho sempre paura dell’effetto ’mosca bianca’. Noi, iI sistema città e il sistema Emilia facciamo cose belle. Ma come mi ha detto il cardinale Matteo Zuppi non serve a niente avere un giardino bellissimo quando fuori c’è un deserto... Dobbiamo esportare quello che facciamo. Quello che siamo. Possiamo essere tanto belli, bravi, forti e ’fighi’. Ma se là fuori c’è il deserto non va bene".

Pensando al sistema città, non si può guardare al 2024 senza citare i cantieri delle grandi infrastrutture e gli inevitabili disagi alla viabilità.

"Siamo nella situazione in cui uno eredita un sacco di soldi e decide di mettere a posto casa. Grazie ai fondi del Pnrr stiamo ristrutturando, costruendo infrastrutture nuove. Soffriremo un po’, lo so. Non mi diverto a metterci 40 minuti ad arrivare in ufficio. Ma si sta facendo il nodo di San Ruffillo... Se ne parla da quando ho 4 anni e oggi, che ne ho 41, finalmente si fa. Avremo qualche disagio, ma ne vale la pena: è per il nostro futuro".

Del tram che cosa ne pensa?

"Saranno anni difficili, ma lo stiamo facendo, finalmente. Anche i fiorentini hanno criticato tanto la tramvia, ma oggi sono felicissimi".

Del traffico, quindi, ce ne faremo una ragione?

"Dobbiamo consolarci: non siamo l’unica città che va in crisi quando ci sono le fiere. Succede anche a Barcellona che ha 14mila taxi, tanti bus e pure una metropolitana. Il problema, semmai, è l’aeroporto".

Ci spieghi meglio...

"Da cittadina e imprenditrice che accoglie cittadini da tutto il mondo sono in imbarazzo. L’aeroporto deve funzionare diversamente. Non è accogliente, è troppo piccolo ed è meglio non parlare dei parcheggi. I voli ci sono anche, ma a volte ce ne sono due che in contemporanea vanno nello stesso posto: forse è il momento di fare qualche scelta".

Oltre al Marconi, ci sono altre urgenze che riguardano la nostra città?

"L’abitare. Per i giovani, per gli studenti, per i lavoratori".

Un problema che riguarda anche i suoi lavoratori?

"Sì e no, ma perché ci siamo attrezzati e li aiutiamo noi. Non vivranno in centro, ma a Pianoro e Loiano: i miei genitori hanno fatto investimenti e affittiamo le nostre case a canone concordato. Questo è un tema importante. Pensiamo allo studente fuori sede che si ferma a Bologna, diventa giovane lavoratore e poi mette su famiglia. Prima gli servirà una camera, poi un appartamento, infine una casa più grande. Non è facile. Ma credo che in primis, si debbano regolamentare gli Airbnb come a New York. In genere, comunque, quando ci sono necessità, la città risponde".

Anche sulla Garisenda?

"Mi chiedono in tanti: ’Cade?’. Io rispondo subito: ’Ma no, faremo di tutto perché non succeda’. Credo, però, che si debba condividere il progetto di salvataggio della Garisenda, un po’ come si è fatto con il cinema Modernissimo. Non sono venuti da noi a fare la questua, ma sono state condivise tutte le fasi del restyling. Sono certa che succederà lo stesso con le Torri. Parlo al plurale perché ormai non si parla solo della Garisenda, ma anche dell’Asinelli".

Parteciperete alla raccolta fondi?

"Non ci tireremo certo indietro. E sono certa che nessuno lo farà".

Vista la situazione delle Torri il sindaco Matteo Lepore sta accelerando anche sulla pedonalizzazione del centro storico. Che cosa ne pensa?

"Io ho abitato 10 anni sotto le Due Torri e vi garantisco che la prima cosa che dicevo quando qualcuno saliva in casa era: ’Non è il terremoto, sono i bus’. Forse si dovrebbero usare mezzi più piccoli, non so. Comunque alla pedonalizzazione non sono contraria. Ma servono regole chiare per chi lavora. Di sicuro si deve agire sul centro storico per restituirlo alla città, io stessa non ci vivo più...".

Ok alla pedonalizzazione. E alla Città 30?

"Con i cantieri in corso non saremmo certo andati agli 80 all’ora. Quindi direi che la congiunzione astrale lavori sulle infrastrutture e Città 30 è andata bene. Comunque non sono contraria ai nuovi limiti, forse perché non mi piace correre in macchina. Poi, certo, magari in certe fasce orarie, tipo di notte, si potrebbero fare i 50. Ma non è facile organizzare una cosa del genere. L’obiettivo è togliere un po’ di auto dalle strade e credo che con l’aiuto del tram si potrà fare. In ogni caso, a Londra ci sono le ’20 miles’ da tempo".