È accusato di aver distrutto l’opera dell’artista cinese Ai Weiwei a Palazzo Fava, lo scorso 20 settembre: ieri, davanti al giudice Gilda Del Borrello, è iniziato il processo per Vaclav Pisvejc, 57enne della Repubblica Ceca, subito rinviato al 29 aprile. Dopo il fatto accaduto al vernissage della mostra ‘Who am I?’, ’uomo venne arrestato dalla polizia ed è ora accusato di distruzione di beni culturali o paesaggistici. Si procederà con rito ordinario. Ieri, infatti, all’udienza di smistamento del processo, l’avvocato Daniele Colangelo, che assiste il 57enne, ha comunicato l’intenzione del suo assistito di non farsi processare con riti alternativi. Nel 2018, Pisvejc aggredì anche Marina Abramovic, finendo per rompere un quadro in testa all’artista, mentre tre mesi fa si scagliò appunto contro l’opera ‘Porcelain cube’, mandandola in frantumi. L’intervento degli addetti alla sicurezza fu immediato, l’uomo subito bloccato e consegnato agli agenti che lo portarono in Questura. Dopo l’arresto e il rilascio, Pisvejc venne sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Firenze e all’obbligo di dimora in un comune fuori dal Bolognese, oltre a un foglio di via obbligatorio emesso dalla Questura. Nella prossima udienza saranno ascoltati i tre testimoni della Procura (il titolare della galleria e due addetti alla sicurezza), poi inizierà la discussione. Il 57enne è assistito dall’avvocato Daniele Colangelo.
È accusato di essere entrato a Palazzo Fava il 20 settembre da un ingresso secondario. Era in corso l’anteprima della mostra ‘Who Am I?’ del famoso artista cinese dissindente. Il grande ‘Porcelain cube’ era al primo piano, nella sala d’ingresso. Il 57enne si era avvicinato e, con grande stupore dei presenti, aveva scaraventato l’opera a terra, distruggendola. L’uomo era stato subito bloccato da due addetti alla sicurezza, che avevano chiamato la polizia. In via Manzoni erano arrivati i poliziotti delle Volanti: appena inserito il suo nome in bancadati, era emersa la sfilza di precedenti specifici. "Purtroppo – aveva commentato Arturo Galansino, curatore della mostra –, conosco l’autore di questo gesto, per una serie di episodi di disturbo e danneggiamenti che negli anni hanno coinvolto diverse mostre e istituzioni a Firenze. In questa occasione, oltre al grave danno all’opera, dispiace che abbia turbato una serata dedicata all’arte e alla cultura, che avrebbe dovuto svolgersi in un clima di condivisione e armonia".
c. g.