Bologna, 1 marzo 2022 - Da mercoledì 2 marzo al via la somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid a Bologna ,alle persone con il sistemo immunitario compromesso a partire dai dializzati. Sono già stati inviati i primi 3.300 sms ai soggetti immunodepressi cheche hanmp già maturato i 120 giorni dalla terza dose di vaccino anticovid o che devono ancora eseguirla. L’sms contiene un link attraverso il quale prenotare l’appuntamento su agende dedicate con prima disponibilità il 3 marzo.
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Quarta dose: chi può riceverla e quando
Nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna la platea che deve ricevere la quarta dose è di circa 6.500 persone. Questa ulteriore profilassi di vaccino anticovid è infatti raccomandata alle persone dai 12 anni in su con marcata compromissione della risposta immunitaria per patologie, trattamenti farmacologi o trapianti di organo. Le prime punture avranno luogo all’Ospedale Maggiore dove verrà offerto, da mercoledì 2 marzo a venerdì 4 marzo, il "booster" anticovid a tutti i pazienti in carico presso la Dialisi dell’ospedale. A partire da giovedì 3 marzo fino a sabato 5 verranno immunizzati anche i pazienti dializzati in carico presso il centro dell’Ospedale Bellaria. Entro il fine settimana riceveranno dunque la quarta dose tutti i 160 pazienti dei due centri dialisi della città di Bologna.
A partire dalla prossima settimana, continuerà la somministrazione nei centri dialisi del territorio dell’Azienda Usl.
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Pandolfi: "Ancora in 90.000 senza vaccino a Bologna e provincia"
Sono ancora 90.000 le persone da vaccinare contro il Covid a Bologna e provincia. Mentre la copertura nei bambini tra i 5 e gli 11 anni è intorno al 40% con la prima dose. "Per me è già un successo, mi aspettavo anche meno". A dirlo è Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl di Bologna, questo pomeriggio all'hub di Casalecchio per l'avvio delle somministrazioni del nuovo siero Novavax. Un tipo di vaccino che, essendo a base proteica e molto pù simile a quelli tradizionali che a quelli a Mrna, potrebbe convincere le persone ancora indecise.
Spiega Pandolfi "Ci manca il 10%", all'interno di questa quota, però, "ci sono anche persone non vaccinabili, persone non facilmente gestibili o che sono state malate e che hanno rinviato l'appuntamento".
In poche parole, "è quello che ci aspettavamo- dice Pandolfi- anzi siamo molto contenti di questa campagna. Io mi aspettavo una copertura intorno all'80-85%, quindi abbiamo avuto un grande successo". Quello che invece è "ancora un punto critico sono i bambini- afferma il numero uno del Dipartimento di sanità pubblica- è una quota che non ci garantisce ancora una buona capacità di controllare la diffusione del virus. Siamo intorno al 40% come prima dose e devo dire però che per me è già un successo. Mi aspettavo anche meno". Col procedere della campagna vaccinale, e con sempre meno persone che non hanno aderito alla profilassi, i grandi hub sono destinati a essere ridotti. L'hub di Casalecchio comunque "resterà a disposizione dell'Ausl fino a fine anno", spiega Pandolfi, e già oggi viene utilizzato anche per altri vaccini non Covid, come quello contro lo pneumococco, l'herpes zooster o il papilloma virus.
Come proseguiranno le vaccinazioni dopo la chiusura degli hub
"Chiusi gli hub, c'è comunque una rete molto ricca e prossima da valutare- afferma Pandolfi- è la rete dei classici ambulatori vaccinali, ma non solo, con una minore capacità massiva di produzione ma più localizzata, che aiuta a gestire anche situazioni particolari".
Lo stesso discorso vale anche per la campagna vaccinale in età pediatrica. "Un centro vaccinale importante ha avuto un senso per dare una spinta alla campagna" dedicata ai bambini al suo avvio. "Ma mi sta anche bene avere nei vari ambulatori, che sono più prossimi alla popolazione, anche punti per l'età pediatrica- dice Pandolfi- la campagna massiva è stata importante, una distribuzione di ambulatori già attivi sul territorio e in grado di offrire anche questo servizio, mi sembra si possa fare".
A Bologna arriva Novavax, il vaccino degli indecisi
Sono iniziate oggi a Bologna le somministrazioni del nuovo vaccino Novavax contro il Covid. Ma per ora le prenotazioni non si sono impennate. Oggi sono 81 le persone che hanno preso appuntamento per il nuovo siero, all'hub di Casalecchio, su 200 dosi a disposizione, complice anche il fatto che la platea ancora da vaccinare è ormai ridotta. C'è una domanda più bassa- conferma Pandolfi- la nostra media è di circa 2.000-2.500 vaccinazioni al giorno. Diciamo che è rimasto uno zoccolo più duro di persone ancora da vaccinare".
Il Novavax, da questo punto di vista, è da un lato "un'opportunità" per convincere i più titubanti. Ma c'è anche un "problema di sensibilità che deve cambiare nelle persone- sostiene Pandolfi- non è che un metodo per arrivare a 100 persone in più. Si tratta di avere una propensione che un vaccino in più da solo non può dare". Il Novavax, comunque, "è un vaccino che può ridurre i timori di alcuni esitanti, che avevano dubbi sulle altre tecnologie- ragiona Pandolfi- gli altri vaccini però restano ugualmente validi, sono sempre affidabili e con un grado di sicurezza altissimo".
Col Novavax, in particolare, l'Ausl di Bologna spera di riuscire a intercettare "almeno quelle 35.000-37.000 persone che riteniamo un po' le più critiche- spiega Pandolfi- cioè gli over 50 che non si sono ancora vaccinati". Il Novavax, a differenza degli altri, è un vaccino che non funziona tramite Rna, ricorda il direttore, ma è "prodotto con una tecnologia classica, già utilizzata per molti vaccini tra cui quello contro l'epatite B, che per noi in Italia ha avuto un grande successo". Ed è proprio questo elemento che potrebbe aiutare a convincere gli indecisi.
"Novavax, opportunità per gli indecisi"
Covid, Pandolfi: "Curva in diminuizione ma ora è meno evidente"
La curva dei contagi a Bologna e provincia è in "diminuzione evidente" ma ora tende a rallentare. "Siamo sempre a livelli alti". Invita a restare in guardia Paolo Pandolfi: "C'è una diminuzione evidente dei contagi- conferma Pandolfi- ma che adesso tende a essere meno evidente rispetto all'inizio. Siamo sempre a livelli alti, in febbraio abbiamo avuto in media 580 casi al giorno nuovi. La fortuna è che sono casi asintomatici o con sintomi non gravi. Ma ci sono ancora quelli che impegnano le nostre terapie intensive e gli ospedali. E questo è l'elemento che fa la differenza rispetto alle altre ondate: numeri alti ma minore pressione sugli ospedali. Però la gente comunque si ammala".
Ma l'Ausl inizia già a prepararsi per l'autunno e non è esclusa una nuova campagna vaccinale contro il Covid, in concomitanza con quella antinfluenzale. "Una nuova campagna in autunno l'abbiamo e la stiamo mettendo in conto, è molto probabile- dice Pandolfi- quarta dose? Potrebbe anche essere. Dovendo lavorare per creare cordoni di sicurezza sulle categorie più fragili, ci aspettiamo una campagna anche affiancabile a quella dell'antinfluenzale".
Proprio in questi giorni, spiega Pandolfi, a livello regionale "stiamo valutando il piano per la gestione della possibile epidemia influenzale, perchè sarà un problema. Se quel virus circola poco, crea poca capacità nelle persone di riconoscerlo. Essendo state le ultime due stagioni molto basse di influenza, la nostra paura è che possa essere un'epidemia che si presenta molto più forte. Quindi bisogna fare attenzione". L'autunno del resto "è un punto interrogativo, perchè non sappiamo come evolve- sottolinea il direttore del Dipartimento di sanità pubblica- tuttavia abbiamo strumenti, e abbiamo imparato molto dalle nostre campagne".