Bologna, 29 agosto 2018 – Il traguardo è stato raggiunto. «Da quest’anno i bambini 0-5 anni, al netto di quelli i cui genitori sono no vax, sono pressoché tutti coperti dalle dieci vaccinazioni obbligatorie. Abbiamo avuto un’ottima risposta dalle famiglie, soprattutto quelle con i figli più piccoli, della fascia 0-3anni. Qui le coperture sono molto alte» e sfiorano quasi il 100%. In assoluto, invece, il tasso di copertura è oltre il 97%. Ma non basta. Ne è consapevole Paolo Pandolfi, responsabile della Sanità pubblica dell’Ausl che, da questa tornata di vaccinazioni obbligatorie introdotte dalla legge Lorenzin, si trova comunque di fronte un manipolo di irriducibili no vax: al momento ne risultano un centinaio in bambini tra i 0 e i 5 anni e circa 200 tra i 6 e i 16 anni.
No vax che, ironia della sorte, beneficeranno dell’immunità di gregge dei pro vax. «Vivranno di rendita, perché i loro figli vivono nell’ambito di comunità dove altri genitori hanno aderito al sistema di prevenzione». Insomma «il gregge li copre». I pro vax, rendendo la vita difficile ai virus grazie alle vaccinazioni, proteggono i figli dei no vax. Semmai, il problema vero arriverà quando questi bambini cresceranno e da adulti «andranno in luoghi dove le coperture vaccinali sono differenti e dove, di conseguenza, il virus circola».
Così a 25-27 anni «rischieranno di prendersi morbillo, rosolia, varicella, difterite, parotite oppure anche epatite». Con esiti, talvolta, molto gravi. Nel complesso, la macchina messa in piedi dall’Ausl per vaccinare gli under 16 che devono andare a scuola continua a marciare a pieno regime.
Ad esempio, per i ragazzi 6-16 anni, precisa il medico, «abbiamo già restituito, alle scuole, tutti gli elenchi che ci avevano inviato per controllare lo status vaccinale. Abbiamo indicato gli studenti che sono a posto, quelli che stanno procedendo con le vaccinazioni e quelli da regolarizzare in toto».
Alla luce della recente circolare a firma del ministro della Salute, Giulia Grillo, che dà via libera all’autocertificazione, «stiamo assistendo a un leggero aumento della richieste di spostare gli appuntamenti già fissati per le vaccinazioni», rivela Pandolfi. Squadernando le tabelle, per i bimbi 0-5 anni, su 1850 da verificare la metà ha già un colloquio o una vaccinazione fissata. Per circa 700 ‘introvabili’ «stiamo lavorando con i Comuni per reperire i loro indirizzi». Salendo di età (6-16 anni), su 7.405 ragazzi da sottoporre alla vaccinazione 3791 sono a posto, mentre 2940 non hanno risposto alla prima chiamata anche se in gran parte «hanno iniziato, ma non completato» il percorso. Comunque, per semplificare la vita alle famiglie con figli tra 0 e 16 anni, l’Ausl ha deciso che, da settembre, si potrà accedere liberamente e senza prenotazione per alcune ore al giorno negli poliambulatori Carpaccio e Saragozza della città di Bologna e a quelli di Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, Vergato e Casalecchio di Reno per poter sottoporre il minore alle vaccinazioni.
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