Ustica, una targa per Purgatori: "Ha riscritto la storia con tatto"

Fuori dal museo per le vittime della strage, il ’Muretto di Andrea’ in onore del giornalista scomparso

Ustica, una targa per Purgatori: "Ha riscritto la storia con tatto"

Ustica, una targa per Purgatori: "Ha riscritto la storia con tatto"

"Buon compleanno papà. Oggi passiamo dalle parole ai fatti, all’interno di un dolore in cui da tempo si è legata anche la nostra famiglia. Anche se non abbiamo ricevuto le risposte che meritiamo, mi emoziona il legame che hai instaurato con i familiari. Noi abbiamo perso un padre, loro un fratello". Edoardo è commosso mentre parla di suo papà, il giornalista Andrea Purgatori scomparso il 19 luglio scorso. Insieme alla sorella Victoria, Edoardo ha celebrato il padre durante l’inaugurazione del “Muretto di Andrea“, di fianco al museo per le vittime della strage di Ustica e dedicato all’attività di Purgatori sulla strage del giugno ’80.

È stata scoperta la targa dedicata al giornalista in cui, attraverso un qr code, è possibile rileggere i suoi articoli su Ustica. Un’insegna che celebra chi è stato vicino ai familiari delle vittime. "Un amico – ricorda Daria Bonfetti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica –, che ha squarciato i muri di gomma e che oggi tributiamo in questo luogo di memoria, storia e arte".

Purgatori ha lavorato su Ustica sin dal 27 giugno 1980, quando il Dc-9 Itavia è sprofondato nel mar Tirreno e con lui 81 persone. Dopo la telefonata di un suo amico al controllo aereo di Ciampino, egli ha iniziato la corsa verso la verità. "Un’anima capace ha seguito la sua coscienza. Lui ha indagato e scoperto la verità – aggiunge Bonfetti –, quando nessuno ci credeva". Bonfetti è intervenuta anche sulle proteste dell’Associazione per la verità sul disastro aereo (Avdau). "La terra è anche piatta delle volte (sorride, ndr). Loro hanno delle posizioni che non si basano sul verdetto dei giudici".

Un omaggio al lascito di un uomo che "attraverso Bologna – e le ferite che ha subito – e i cittadini che hanno ricercato la verità nei tribunali, ha dimostrato che la storia può essere rivalutata – afferma il sindaco Matteo Lepore –. Pur non essendo bolognese, ha incarnato lo spirito di questa città". Una lotta costante "in nome della verità, della democrazia e della dignità e del popolo della Repubblica", continua il primo cittadino.

"Dall’inizio sapeva che per essere credibile doveva portare delle prove – racconta Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del Corriere della Sera –. È stato unico anche nel saper dosare il racconto".

Giovanni Di Caprio