di Federica Orlandi
Quelle di Giuliano Amato sono "parole importantissime" per l’associazione dei familiari delle vittime di Ustica, conferma la presidente Daria Bonfietti. "È stato del resto lui, nel 1986, a fare tornare a galla questa storia, su sollecitazione del Comitato per la Verità su Ustica a sua volta coinvolto da noi parenti. Fu lui a portare al recupero del relitto e alla confutazione del famoso ’cedimento strutturale’. Se ora si arriverà a qualcosa, sarà anche merito suo, che c’è sempre stato".
Parole di ammirazione e gratitudine dunque, anche se Bonfietti ridimensiona l’elemento di novità delle parole dell’ex presidente del Consiglio che, intervistato da Repubblica, ha affermato che non solo fu un missile, il 27 giugno 1980, a inabissare il Dc9 con a bordo 81 innocenti, ma che a lanciarlo furono caccia francesi. Chiedendo perciò le scuse dell’Eliseo. L’obiettivo dell’azione militare, così ancora Amato, sarebbe stato l’aereo del leader libico Muammar Gheddafi, il quale però, avvertito da Bettino Craxi, scampò all’imboscata.
"Nel 2008 Francesco Cossiga aveva già detto tutto, tant’è che si aprì l’inchiesta bis a Roma. Noi dal canto nostro lo ribadiamo tutti gli anni – chiarisce Bonfietti –. Siccome però la Procura romana e i magistrati non si prendono la briga di dire chi è il colpevole, allora è giusto che lo faccia la politica. Perché Amato parla ora con tanta chiarezza, dopo tutti questi anni? Va chiesto a lui, ma io penso sia un tentativo di coinvolgere il governo, il suo modo di dire: qualcuno faccia qualcosa. Dato che di richieste alla Francia ne abbiamo già fatte parecchie, ma nessuno ci ha mai risposto". Il riferimento è alle rogatorie internazionali avviate anche al paese d’Oltralpe, rimaste senza risposte dirimenti; lo stesso che accadde alla lettera che nel 2000 Amato stesso, allora premier, scrisse a Jacques Chirac, per avere delucidazioni sul traffico aereo militare nello spazio al largo di Ustica quella sera di giugno dell’80. I leader francese rispose che "14 rogatorie internazionali sono state indirizzate alle autorità giudiziarie francesi tra il ’90 e il ’97 e abbiamo sempre risposto al magistrato che le inviava". Senza di fatto aggiungere alcunché.
Intanto, le affermazioni dell’ex presidente del Consiglio hanno scatenato numerose reazioni. Il deputato Pd bolognese Andrea De Maria da Roma anticipa una nuova interrogazione parlamentare: "Ho presentato negli anni diverse interrogazioni, con il collega Verini, per sollevare il tema che ora pone così autorevolmente Amato su Ustica, cioè l’importanza di assumere iniziative verso paesi amici dell’Italia, come Francia e Stati Uniti, e in sede Nato, per avere notizie utili a fare piena luce sulla strage. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, alla dignità dell’Italia, di cui fu evidentemente violata la sovranità. Chiederò perciò di nuovo al governo di attivarsi in questa direzione".
Il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, afferma: "Quella di Amato mi pare un’intervista importante, perché viene da un autorevole rappresentante delle istituzioni che ha avuto ruoli politici anche in quell’epoca specifica. Visto che ci sono delle sentenze che spiegano quello che è avvenuto nei cieli di Ustica, così come quello che è avvenuto qui il 2 agosto, è arrivato il momento che tutte le istituzioni coinvolte, italiane e francesi, si assumano le proprie responsabilità. Come sindaco di Bologna chiedo non di aprire dibattiti politici, ma di stare alle sentenze". Anche il deputato Pd ed ex sindaco Virginio Merola interviene con un post sui social: "Le parole del presidente Amato non si possono ignorare. La Francia risponda, ma il nostro governo esiga rispetto. È questione di dignità nazionale". "Chiediamo verità e giustizia sulla strage di Ustica con ancora più determinazione – scrive invece la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti –. Le istituzioni italiane e francesi si assumano le responsabilità di fronte alle vittime, alle loro famiglie e al Paese".