di Paolo Rosato
Il Museo è "un tempio della memoria che consente di mantenere intatta la memoria della tragedia di Ustica ed esorta a ogni impegno per difendere vita e libertà". La visita di Sergio Mattarella al memoriale del tremendo disastro aereo, 81 vittime in quel 27 giugno 1980, un mese prima della strage della stazione, è stata particolarmente intensa. Tanto che lo stesso presidente della Repubblica ha voluto lasciare un messaggio sul libro dei visitatori, che si trova proprio all’ingresso della struttura. Una calligrafia elegante, la testimonianza preziosa di un giorno tutt’altro che banale. Perché, come ha detto la presidente dell’Associazione dei parenti della vittime, Daria Bonfietti, Mattarella "è il primo" presidente a vistare il Museo di Bologna.
Sotto un sole da canicola, con una manciata di cittadini ad aspettarlo, il Capo dello Stato è arrivato all’interno del parco della Zucca verso le 12,30. Assieme a lui anche il questore Gianfranco Bernabei e il sindaco Virginio Merola, oltre al governatore Stefano Bonaccini. Con i cronisti, anche loro sotto al sole, c’era ad aspettare Mattarella il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara. La visita al Museo, con contestuale incontro con alcuni parenti delle vittime, è stata un po’ una ’scoperta’ per l’inquilino del Quirinale. "Il Presidente ha voluto conoscere gli aspetti che contraddistinguono il Museo, come l’opera d’arte del grande artista contemporaneo Christian Boltanski – ha raccontato Daria Bonfietti, che ha accompagnato il Capo dello Stato durante la visita –. Gli abbiamo spiegato l’utilizzo di tanti elementi simbolici come gli 81 specchi neri, le 81 lampadine che vogliono essere cuori che non si spengono mai, perché appunto la vita loro è finita, dice Boltanski, ma la nostra vita comunque continua e allora quelle lampadine non si devono mai spegnere. Noi saremo lì, i nostri successori quando passaremo il testimone torneranno lì e potranno fare memoria di questa tragedia". Insomma, "gli abbiamo spiegato il senso di quest’opera d’arte che è stata fatta proprio per aiutarci a fare memoria". L’associazione ha donato al presidente un libro che raccoglie gli atti del convegno ’1980 l’anno di Ustica’ e un libretto contenente "la lista degli oggetti personali che stanno dentro alle nove casse che contornano il Dc9 dell’Itavia. Boltanski ha voluto che al loro interno venissero messi tutti gli effetti personali dopo averli fotografati. Inoltre il Presidente – ha concluso la Bonfietti – ci ha detto che è ora di chiedere collaborazione agli Stati alleati, affinché ci consegnino anche l’ultimo pezzo di verità, cioè gli autori materiali della caduta di un aereo civile in tempo di pace".
Mattarella, all’uscita dalla visita al Museo, si è anche intrattenuto brevemente con il sindaco Merola e il governatore Bonaccini. Entrambi lo hanno ringraziato. "Sempre vicino alla lotta dei familiari". "Abbiamo parlato del professor Luciano Vandelli, gli ho detto che gli abbiamo intitolato una sala in Città Metropolitana. Mattarella conosceva Vandelli". Con Bonaccini, invece, il presidente si è poi dato appuntamento a martedì, quando al Quirinale verranno celebrati i 50 anni delle Regioni.
Infine la polemica. Giuliana Cavazza de Faveri, presidente dell’Associazione per la verità su Ustica, ha fatto sapere di non essere stata invitata all’incontro con Mattarella al Museo. "Con sorpresa e dolore apprendo che Mattarella ha incontrato al Museo i familiari delle vittime accompagnati dalla ex senatrice Bonfietti – ha sottolineato –. Considero il mancato invito, più volte sollecitato, un’offesa alla memoria di mia madre, che perse la vita in quel disastro". Del mancato invito "è evidentemente responsabile il Comune , che mi risulta abbia organizzato la visita, esponendo così il Capo dello Stato a una scelta di parte".