NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Ustica, l’appello di chi perse i genitori: “La Francia tace, si muova il Governo”

Lo strazio di Stefano Filippi: a bordo del Dc9 c’era suo padre Giacomo. "I francesi non sono mai stati collaborativi, solo la verità può lenire il dolore"

Bologna, 4 settembre 2023 – “Avevo 16 anni. In una notte, il mondo che conoscevo non c’era più". La ferita di Stefano Filippi, 43 anni dopo, sanguina ancora. Ogni 27 giugno. E ogni volta che si torna a parlare della strage di Ustica, dove suo padre Giacomo, imprenditore forlivese e passeggero del Dc9 dell’Itavia, morì. Il giorno dopo le dichiamarazioni dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, che ha chiesto alla Francia, al presidente Emmanuel Macron, di togliere il velo su "un segreto di Stato terribile", per Stefano quel dolore è lo stesso di 43 anni fa.

Stefano Filippi, a destra il padre Giacomo
Stefano Filippi, a destra il padre Giacomo

Stefano, voi famigliari aspettate la verità su Ustica da 43 anni. Una verità finora ostacolata, sussurrata o detta a metà. E senza responsabili.

"L’intervista all’ex premier Amato ha riaperto una ferita profonda. Le sue parole hanno confermato quanto detto da Francesco Cossiga nel 2008 e quanto noi famigliari delle vittime sosteniamo da 20 anni. La novità è che anche Amato adesso chiede alla Francia di dire la verità".

E cioè che il Dc9 fu colpito da un caccia francese che cercava di abbattere un Mig libico su cui si pensava volasse Gheddafi.

"Io non punto il dito. Ma è acclarato che la Francia sia uno dei paesi coinvolti nella strage dell’Itavia. Ma le speranze di ottenere qualcosa sono poche: da sempre in questa nostra storia i francesi hanno mostrato poca collaborazione. Tante rogatorie internazionali dei nostri magistrati sono tornate indietro senza risposte o con risposte quasi nulle".

Pensa che adesso, a fronte di queste dichiarazioni, qualcosa possa muoversi?

"Non hanno ascoltato la nostra voce. Speriamo che ascoltino quella dell’ex premier Amato, un uomo delle istituzioni. La magistratura, su Ustica, ha fatto quanto in suo potere, a fronte del muro di omertà e coperture che da sempre ha avvolto questa strage. Adesso deve essere la politica a muoversi. Solo se c’è davvero la volontà del Governo si può ottenere, finalmente, la verità".

Cosa ricorda di quei giorni terribili?

"Io ero un ragazzino, andavo ancora a scuola. È stata una tegola. Quando un padre è malato, ci si abitua all’idea della morte che può arrivare. Ma così, salutarlo la sera e scoprire che non c’era più la mattina dopo... è stato destabilizzante. Quando viene a mancare un papà, manca una guida. Oggi che anche la mamma non c’è più mi si spezza il cuore, ma so che è stato grazie a lei, che ci ha fatto da madre e da padre, che io e mio fratello non ci siamo persi, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che lei e papà sognavano per noi".

E oggi? Come sta?

"Dicono che il tempo aiuti ad andare avanti, a superare lo strazio e la rabbia. Per me non è così. Non aver mai trovato e raggiunto la verità rinnova ogni giorno il dolore".