Bologna, 20 dicembre 2024 - Un sito e due mostre per raccontare, a chi la conosce, e per insegnare, ai più giovani, la pagina oscura della Uno Bianca.
A trent'anni dall'arresto di Roberto Savi e degli altri componenti della banda, l'Associazione dei parenti delle vittime, ScriptaBo Aps, l'Associazione delle scrittrici e degli scrittori di Bologna e dintorni e la Rete Archivi del Presente si impegnano per mantenere sempre viva la memoria, dando vita a progetti dal valore sociale e collettivo.
È già disponibile on line il sito internet www.unobianca.it, che si pone l'obiettivo di raccogliere le testimonianze della società civile che, in quei sette anni e mezzo, hanno vissuto e visto l'orrore della banda. 'Uno Bianca per chi l'ha vista. Una storia per chi non c'era' recita il sito web, che è pensato come "una chiamata alla memoria - spiega Maurizio Matrone, scrittore ed ex poliziotto, responsabile del progetto -, creando un grande archivio civile di storia pubblica partecipata digitale, dove raccogliamo la testimonianza storica delle persone comuni attraverso i loro contributi, radunando così le suggestioni della società civile e ricostruendo questo periodo".
Sul portale, che è operativo da oggi, è possibile caricare un video, un audio, un testo o una foto, partecipando così al progetto. I contributi, anche quelli delle due esposizioni che taglieranno il nastro a fine novembre 2025, saranno ordinati in forma digitale e poi consultabili on line. Il sito avrà anche una mappa che indica i luoghi dei colpi della banda, dove sono posti anche dei totem della memoria. L'obiettivo è quello di "coinvolgere i giovani, entrando anche nelle scuole".
Le mostre
Da fine novembre 2025 a gennaio 2026, due mostre saranno allestite all'Archivio di Stato e al Museo Memoriale della Libertà. L'esposizione all'Archivio sarà concentrata sulla ricostruzione degli eventi criminali sulla base delle fonti giudiziarie conservate nell'istituto. "Qui conserviamo tutti gli atti giudiziari bolognesi, mantenendo viva la memoria", spiega la vicedirettrice Francesca Delneri. I documenti originali delle indagini e del processo sono stati riordinati e riprodotti digitalmente grazie al contributo della Regione. La seconda mostra occuperà gli spazi del Memoriale, dove sarà riprodotto un percorso di proiezioni, installazioni e reperti d'epoca che avvolgeranno i visitatori in una sfera più emotiva. A questo percorso lavoreranno gli studenti dell'Accademia delle Belle Arti.
I familiari delle vittime
L'Archivio è diventato "una seconda casa, che raccoglie due camion di faldoni processuali bolognesi - racconta Alberto Capolungo, presidente dell'Associazione -. Per la completezza delle indagini, sarebbe bello avere qui anche il materiale processuale di Rimini e Pesaro". Questa è una "iniziativa importante, con la quale ringraziamo la Regione per aver contribuito alla digitalizzazione di questi atti - continua Capolungo -. Qui sono a disposizione e c'è sempre spazio per gli approfondimenti in questa vicenda che ha molti lati oscuri. Questo deve servire a salvaguardare la memoria: quella materiale, conservando gli atti; speriamo, poi, che chi è competente voglia venire a consultarli". Tra i fini, quello di "avvicinare i giovani, collaborando con gli studenti d'oggi - concluude Capolungo -. Questa è una brutta storia che ha anche aspetti educativi".
Turrita d'argento in Comune
Sull'assenza dell'opposizione alla consegna della turrita d'argento a Paolo Bolognesi, Daria Bonfietti e Rosanna Rossi Zecchi, Capolungo è chiaro: "È stata una fastidiosa disattenzione. Che è un segnale preoccupante. Ma conta il riconoscimento che è stato dato dal Comune". Che ha riconosciuto "il ruolo fondamentale che hanno svolto queste persone, che da decenni si spendono per la verità e la giustizia". "Non penso di volesse colpire la memoria", anche perché "noi abbiamo cercato di mantere buone relazioni con tutti, senza fare scelte politiche - conclude Capolungo -. Abbiamo fatto scelte di verità e giustizia, trovando delle persone che ci hanno dato una mano, nelle istituzioni, nel Comune e nel ministero". L'opposizione, forse, non ha sentito il "bisogno impellente di partecipare, ma non credo nella brutta scelta polemica".