NICOLA BIANCHI
Cronaca

Uno bianca, la carta-choc che inguaiava Fabio Savi già nel 1991

Pilastro, il killer deteneva un fucile identico a quello usato per sparare ai carabinieri. Lo rivela un documento della Questura di Rimini. Ma nel ’95 per Bologna questa arma era "inedita"

Bologna, 21 gennaio 2021 – Un altro giallo nella sanguinaria vicenda dei delitti della Uno Bianca e sulle tante ipotesi che i familiari gridano da tempo: falsi e depistaggi. Dopo l’intercettazione tra il padre di Simonetta Bersani, la ‘superteste’ che accusò ingiustamente i Santagata, mai finita agli atti del processo cosiddetto Pilastro 1 (contro i Santagata, Medda e Motta), ora spuntano documenti contrastanti sull’arma che sparò al Pilastro.

E che provano possibili legami (poi accertati in sede giudiziaria) fra i Savi e l’eccidio già nel ’91.

La Questura di Rimini, nel mese di febbraio 1991, aveva informato la Criminalpol che un fucile identico a quello che aveva sparato al Pilastro era stato acquistato regolarmente nel 1989 e poi detenuto da Fabio Savi. Nel 1995, poco dopo l’arresto dei Savi, la Digos di Bologna definisce invece "inedito" il fucile.

Sulla distonia di queste due carte, sul mistero della mancata indagine sul fucile dopo l’informativa riminese e sulla telefonata rivelata dal Carlino in relazione a Simonetta Bersani è stato presentato un esposto in Questura da Massimiliano Mazzanti, autore del libro ‘Uno bianca’.

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