Bologna, 4 gennaio 2024 – Sono passati 33 anni dalla strage del Pilastro. Da quando le vite dei giovanissimi carabinieri Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini furono spezzate dai colpi di arma da fuoco dei fratelli Savi, della banda della Uno bianca.
Alla commemorazione in via Casini, al Pilastro, presenti come ogni anno i parenti delle vittime. Come la madre di Otello, Anna Maria Stefanini, che mai ha perso questo appuntamento. “Il ricordo di mio figlio mi tiene in vita, perché lui è dentro di me - si commuove -. Il dolore è ogni giorno più forte”.
Ora però c’è la novità, rivelata dal Carlino due giorni fa, dei passi avanti che sta facendo l’inchiesta avviata dalla Procura dopo l’informativa dei carabinieri del 2021 e l’esposto dei familiari delle vittime l’anno scorso. “La notizia della riapertura delle indagini, anche con l'aiuto del nostro esposto, ci dà fiducia: siamo sempre più convinti che dietro la Uno Bianca ci fossero altre persone, sicuramente ancora in giro”, commenta Alessandro Stefanini, fratello di Otello. “Troppi punti restano oscuri sulla strage del Pilastro - ribadisce Ludovico Mitilini, fratello di Mauro -: che fine fece il foglio di servizio di quella sera? Perché mio fratello e gli altri carabinieri vennero qui anziché restare al presidio fisso davanti alle ex scuole Romagnoli?”.
Rispetto al nuovo fascicolo di indagine "confidiamo in tempi abbastanza stretti e siamo disponibili a dare una mano alla magistratura per fare luce. Dovrebbero risentire alcune persone che sono fondamentali - conclude Alessandro Stefanini - tra queste l’ex vice brigadiere Macauda che per noi è fondamentale per le indagini, lui sa sicuramente qualcosa che non ha detto quando è stato arrestato".
Dopo la messa celebrata nella chiesa di Santa Caterina, una corona è stata deposta ai piedi del cippo commemorativo da parte del comandante interregionale Carabinieri Vittorio Veneto, Maurizio Stefanizzi, insieme con il sindaco Matteo Lepore e le autorità cittadine. Presente anche il viceministro Galeazzo Bignami.