CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Unibo, molestie da un prof. Affisse lettere-denuncia: “L’università non è un luogo sicuro”

L'iniziativa è delle attiviste di 'Malaconsilia': “Scrivere e pubblicare queste lettere è stato fondamentale per mandare un messaggio chiaro alla comunità accademica”. Il docente si sarebbe permesso contatti fisici e non solo

Le lettere che denunciano molestie subite da tre studentesse da parte di un prof dell'Alma Mater

Le lettere che denunciano molestie subite da tre studentesse da parte di un prof dell'Alma Mater

Bologna, 24 novembre 2023 – Lettere che denunciano molestie nei confronti di alcune studentesse da parte di un professore universitario sono state affisse questa mattina in giro per la città e all'interno dei locali dell'Alma Mater. L'iniziativa è delle attiviste di 'Malaconsilia', lo sportello autogestito del collettivo universitario transfemminista 'La Mala educacion'. “Mai avremmo pensato di essere molestate da un professore universitario”, si legge nell'incipit della lettera, diffusa anche sui social. La denuncia è di tre studentesse, che dicono di aver “condiviso la stessa esperienza e la stessa ingiustizia”. Le accuse sono rivolte a un professore, sia per i suoi atteggiamenti ambigui durante le lezioni sia per le avances nei confronti delle ragazze sede d'esame. In aula, il docente si sarebbe permesso contatti fisici (ha accarezzato il braccio nudo di una studentessa), avrebbe guardato con insistenza durante la spiegazione e, al termine delle lezioni, si sarebbe fermato a parlare in modo “anomalo e invadente” con alcune studentesse, cercando di “entrare in confidenza raccontando fin troppi elementi della sua vita privata e sentimentale”. All'esame, invece, il professore si sarebbe spinto anche oltre, facendo pressione nei confronti di una delle studentesse, dicendole di ricordarsi di lei dalle lezioni e invitandola per un aperitivo in cambio di un voto più alto. Con altre ragazze interrogate, invece, le domande del professore in questione si sarebbero concentrate più su questioni personali che sulla materia d'esame.

Nella lettera pubblicata da ‘Mala Educacion’ viene raccontato un episodio: “Mi chiama per nome, mi alzo pensando fosse arrivato il mio turno di sostenere l'esame e mi incammino per raggiungerlo. Mi dice di stare tranquilla perché non avrei svolto la prova. Sistema una sedia e uno sgabello vicini, lui siede davanti al computer e mi chiede di aiutarlo a inserire i voti degli studenti. Mentre mi siedo, mi sussurra all'orecchio che ha un piacevole ricordo di me alle lezioni. Ha un fare languido mentre appoggia sulle mie cosce il quaderno coi voti. Mi incalza, poi, dicendo che non ci sarebbe stato nulla di male se, dopo l'esame e indipendentemente dal suo esito, fossimo andati a prendere un aperitivo insieme”. La ragazza riesce poi a trovare una via di fuga quando in stanza arriva un altro esaminatore.

Denunciare – spiega il collettivo – legalmente le molestie che subiamo, nelle strade così come nelle aule universitarie, non sempre, purtroppo, porta a un risultato effettivo; troppo spesso, invece, ci espone a ulteriore stress e violenza. Riteniamo che sia comunque necessario fare qualcosa. Scrivere e pubblicare queste lettere è stato fondamentale per mandare un messaggio chiaro alla comunità accademica. Anche se in alcuni casi non si può procedere legalmente, noi sappiamo che l’università non è avulsa da dinamiche di violenza patriarcale e vogliamo denunciarlo”.