"Sono cinquanta stanze arredate. Settantadue posti letto. Non ci resta che mettere le lenzuola". I ragazzi di Luna, costola universitaria del collettivo Làbas, hanno aperto ieri mattina all’alba le porte dell’Istituto Santa Giuliana, ex convitto delle suore Mantellate, in via Mazzini 90. Cinque piani, quattro adibiti a convitto, gli altri a scuola elementare e materna. La struttura, come spiegano gli attivisti, non è più in uso da meno di un anno, dopo la chiusura della scuola e la decisione, da parte della proprietà, di mettere in vendita il complesso. "Cinquanta camere vuote, una scuola chiusa, insegnanti ed alunni ricollocati. Questa è la volontà della proprietà del’Istituto: fare cassa perché il mantenimento dello stabile non era più sostenibile – spiegano gli attivisti di Luna –. Nel caso, la dismissione di questo stabile ha già leso l’interesse di 60 studentesse, 24 insegnanti e dipendenti, quasi 80 bambini che studiavano alla scuola materna ed elementare".
Questi i motivi alla base della scelta dei ragazzi di Luna che hanno occupato lo stabile per metterlo a disposizione di studenti, lavoratori, disoccupati e di "chiunque è rimasto senza un tetto a causa dell’emergenza abitativa, dovuta alla bolla speculativa che ha aggredito Bologna. È impensabile che in una situazione simile spazi come questo siano in vendita. Noi siamo contro gli affitti brevi in crescita, contro chi lucra sul diritto fondamentale alla casa". ‘InOut, dentro la città, fuori dal mercato!’ è lo slogan che ha accompagnato la prima giornata di questa nuova occupazione abitativa, con un’assemblea tenutasi nel pomeriggio per presentare la nuova esperienza abitativa e invitare chiunque avesse bisogno di un tetto a occupare un posto letto nella struttura. Tutte le fasi della giornata sono state monitorate dalla Digos, mentre i ragazzi di Luna si sono detti pronti ad aprire un dialogo con l’Amministrazione comunale, per "mettere a frutto questa esperienza sociale condivisa". Per la consigliera del gruppo misto Francesca Scarano, invece, l’occupazione del Santa Giuliana dimostra "come esista una regia di questi reati che originano da qualcuno che fornisce informazioni sugli immobili a chi poi li occupa. Auspico che la magistratura intervenga durissimamente, rilevando anche gli eventuali aspetti associativi di questo modo continuo di delinquere ai danni delle proprietà private e pubbliche".