È un cinema amatissimo perché è uno dei simboli di quartiere, ma i confini di via Saragozza li varca eccome con la qualità della programmazione, che spazia dai film del momento – in questi giorni c’è ad esempio Povere creature! – a chicche selezionate.
E dunque non stupisce che la petizione avviata spontaneamente da un residente per salvare il Bellinzona da una possibile, futura, chiusura abbiamo in poche ore superato le 2.400 firme. Un passo indietro. Qualche sera fa, frate Giacomo, responsabile regionale della confraternita dei cappuccini, ha illustrato ai parrocchiani i cambiamenti in arrivo.
In parte del convento, infatti, in seguito a un accordo con l’Alma Mater sorgerà uno studentato – i lavori sono previsti nel 2025 –: si ridurrebbero così gli spazi per la comunità che durante la serata– cui ha partecipato anche il rettore Giovanni Molari – ora è chiamata a scegliere se preservare il cinema o destinare lo spazio ad altre attività parrocchiali. Nel frattempo, spiega Mario Papini che dal 2021 gestisce la sala con altri soci, curando la programmazione, è arrivata la recessione del contratto, datato al 31 agosto. L’incontro dell’altra sera, però, ha già avuto i suoi effetti. Un frequentatore, Mario Ferraroni, è infatti sceso in campo. "Mi sono permesso di cercare di incanalare questa richiesta con una petizione – spiega –. Vivo a 50 metri da lì, ho solo cercato di unire il dissenso su Facebook fatto di ‘non fatelo’ ‘non chiudete’ in una forma più strutturata. Alla fine della raccolta firme, spero che il Cinema Bellinzona possa usare questo movimento popolare per avere un po’ più di voce in capitolo sul proprio destino".
Da parte sua Papini sottolinea che "noi rispettiamo la volontà di fra’ Giacomo che la decisione spetta ai parrocchiani. Immagino che ci sarà poi un altro incontro. Speriamo, il cinema va benissimo: ha avuto un incremento di presenze notevole rispetto al 2019. L’ultimo anno si è chiuso con un +41% e oltre 29mila biglietti staccati". All’incontro ha preso parte anche il direttore della Cineteca Gianluca Farinelli. "Quando si sente parlare della chiusura di un cinema, la Cineteca è lì perché bisogna evitarlo. Molti parrocchiani hanno detto che la sala è importante per la vita di comunità e penso che anche l’università potrà collaborare. Sono ottimista che il cinema continui a vivere come penso sia giusto".