MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Una colata di polemiche. L’attacco di Bignami: "Urgenza provocata dall’incuria del Comune"

Il viceministro ai Trasporti sugli interventi nelle vie Farini e Santo Stefano "Hanno lasciato la strada in rovina: manca un piano di prevenzione". E sulla Soprintendenza: "Tagliata fuori e avvisata solo in ritardo"

Il viceministro Galeazzo Bignami e i lavori in via Farini

Il viceministro Galeazzo Bignami e i lavori in via Farini

Bologna, 29 agosto 2024 – "Sembra quasi che l’urgenza si sia voluta provocare". Sotto la lente del viceministro ai Trasporti, Galeazzo Bignami, c’è la nuova asfaltatura delle vie Santo Stefano e Farini. La colata di cemento continua a destare non poche polemiche. Duro l’attacco delle opposizioni. Bignami non è da meno.

Viceministro, lei crede nell’urgenza dell’intervento?

"Credo si sia lasciata deteriorare la situazione fino ad arrivare al punto tale da eseguire questo intervento tampone. Anche perché, si sa, la situazione in cui versava Santo Stefano richiedeva un intervento più complesso e la pessima sincronizzazione di cantieri in città non lo ha reso possibile".

Era un’operazione necessaria?

"Per dirlo bisognerebbe valutare la situazione tecnicamente. Ciò che sorprende è che quella strada era già stata sottoposta a un intervento di rifacimento importante. E lo stato di deterioramento dovrebbe portare alla riflessione di chi aveva eseguito quel lavoro".

L’assessora Orioli sostiene che l’asfaltatura serva a proteggere i basoli.

"Mi sorprende la sfrontatezza con cui cercano di coprire delle cose fatte male, vantandosene. Se si fosse fatta una serie di interventi in via preventiva, magari cercando anche di comprendere che la chiusura di tutta una serie di arterie, come San Vitale, avrebbe deviato il traffico su Santo Stefano, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto".

Questo era stato valutato?

"Il dirottamento di tutti i mezzi pesanti su via Santo Stefano avrebbe inevitabilmente portato a un deterioramento del manto stradale e a un appesantimento dei flussi: questo era stato considerato oppure, ancora una volta, ci troviamo a dover agire sugli effetti, perché chi doveva non ha presidiato le cause?".

Come con la Garisenda?

"Ciò che vive la nostra torre è frutto dell’incuria. Per lungo tempo si è trascurata la sua salute e si è fatto un intervento che mi è sembrato più finalizzato a mettere in sicurezza il portafoglio degli amministratori coinvolti. Ancora oggi, infatti, non c’è un progetto finalizzato al recupero".

E Santo Stefano?

"Non è stata protetta nella gestione dei flussi. La situazione poteva essere affrontata con interventi mirati di contenimento, invece si è lasciata deteriorare. Ora in fretta e furia si fa una bitumazione oscena che non ha alcune garanzie di utilità".

La Soprintendenza è stata informata?

"È stata tagliata fuori e avvisata solo tardivamente. Ma bisogna rendersi conto che l’informazione in sé non è sinonimo di correttezza: si può informare chiunque, ma se la cosa è sbagliata, lo rimane. Anche i cittadini sono stati informati, ma abbiamo visto cosa stanno combinando. Sembra più un lavarsi la coscienza".

La soluzione almeno è momentanea.

"Questo implica che dovremo rifare il lavoro due volte su Santo Stefano. Momentaneo vuol dire che tra qualche settimana, al massimo in pochi mesi, l’asfalto va rimosso. Ma come si fa a rimuoverlo se San Vitale è chiusa e si continuano a costipare i cantieri disseminati su tutta la città?".