REDAZIONE BOLOGNA

Una cintura di sicurezza intorno alla Garisenda

Sono stati posati ieri i primi container della ‘cintura’ contenitiva attorno alla Garisenda, che proteggerà gli edifici circostanti e la...

Una cintura di sicurezza intorno alla Garisenda

Sono stati posati ieri i primi container della ‘cintura’ contenitiva attorno alla Garisenda, che proteggerà gli edifici circostanti e la cittadinanza da un eventuale crollo del simbolo bolognese, l’allerta ormai è viva da ottobre. Una barriera che, ha fatto sapere il Comune, proteggerà la torre sul lato di Palazzo dei Drappieri nell’ambito della prima fase di messa in sicurezza della torre. Nel dettaglio, l’allestimento, affidato alla ditta Fagioli spa, consiste appunto nel realizzare una cintura di protezione contenitiva dei detriti derivanti da un eventuale crollo, composta da container e realizzata con la posa di moduli metallici, zavorrati e ancorati al terreno e collegati tra loro. In questo modo, si riduce la vulnerabilità degli edifici circostanti e l’esposizione della popolazione, impedendo contemporaneamente l’accesso alla zona circoscritta. Ieri sono stati posizionati, pronti per il montaggio, quattro dei 22 moduli previsti. I quattro grossi ‘mattoni rossi’ saranno quindi piantati ai micro-pali a partire dalla giornata di oggi.

I lavori dureranno una settimana e in alcune fasi, per circa 10-15 minuti, sarà vietato il passaggio pedonale. "Le conclusioni degli esperti dovrebbero arrivare tra un paio di settimane, al massimo una ventina di giorni – spiega l’ingegner Raffaela Bruni, che coordina il pool su mandato del sindaco Matteo Lepore –, stiamo lavorando in tempi abbastanza brevi". I professori, tra loro anche Nunziante Squeglia e l’ex rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini, stanno ipotizzando varie ipotesi per la messa in sicurezza finale della torre, quella necessaria durante il lungo restauro. "C’è l’ipotesi dell’impalcatura che gira intorno alla torre, come noto, ma c’è anche una riflessione sull’alleggerimento della struttura, vedremo", chiosa Bruni.

Paolo Rosato