di Pierfrancesco Pacoda
Città dalle architetture nascoste, Bologna. Ricca di segreti celati dietro portoni nobiliari che, appena aperti, svelano dettagli, figure, immagini, che ne arricchiscono il fascino. Come gli splendidi e poco conosciuti scaloni che percorrono tanti palazzi del centro storico, raccontati nel volume dell’architetto Pietro Maria Alemagna Scaloni e scale delle meraviglie. Il tesoro nascosto dei palazzi e della case di Bologna dal ‘500 all’800, con la prefazione di Eugenio Riccòmini (Pendagron)
Gli scaloni descritti nel suo libro costituiscono un patrimonio prezioso e poco conosciuto.
"È una delle risorse architettoniche che hanno contribuito nel corso dei secoli alla magnificenza della nostra città. E raccontano una storia unica. Quella di una città che per circa 350 anni, dal 1447 al 1797, è stata governata in maniera mista, dal potere ecclesiale e da quello civile. C’erano 8 personalità, che cambiavano regolarmente, scelte tra le famiglie senatorie che svolgevano le funzioni amministrative insieme al legato papale che rimaneva in carica per due anni. E ognuna di loro aveva bisogno di affermare la sua immagine pubblica, la sua potenza, con la maestosità del palazzo dove abitava. Tutto questo sino all’arrivo di Napoleone".
Palazzi dei quali lo scalone era l’elemento centrale?
"Lo scalone era il biglietto da visita, la presentazione della famiglia, una forma di narrazione efficacissima. Le ampie scalinate erano il tratto di unione tra la dimensione pubblica e quella privata. Per realizzarle venivano impiegate maestranze di altissimo livello. Come la straordinaria scuola di maestri dello stucco che fiorì a Bologna nel ‘700, o gli artisti specializzati in trompe l’oeil o gli scultori... ".
Molte di queste opere sono ancora lì.
"Certo, penso, ad esempio, alla statua che simboleggia l’abbondanza nella scalinata di Palazzo de’ Bianchi in via Santo Stefano, di proprietà di una famiglia di mercanti che volevano così sottolineare l’opulenza e l’abilità negli affari, o al trompe l’oeil all’interno del palazzo Sanguinetti Aldini che adesso ospita il Museo della Musica".
Difficile vederli però.
"Ho catalogato, con una apparato iconografico di oltre 700 foto, 48 palazzi con scaloni. La grande maggioranza sono privati o comunque frequentabili con restrizioni, pochissimi quelli aperti e normalmente visitabili".
Ce li descriva.
"Iniziamo dal più noto, il magnifico Palazzo Hercolani in Strada Maggiore, dove ha sede la facoltà di Scienze Politiche, uno degli ultimi grandi edifici senatoriali. Poi c’è Palazzo Aldini Sanguinetti, sempre in strada Maggiore, Palazzo Marescotti in via Barberia, altra sede universitaria, uno dei primi a essere edificato e Palazzo Pallavicini in via San Felice".
Scaloni percorsi anche da tante figure illustri che passavano da Bologna.
"Penso allo scenografico salone che adorna Palazzo Baciocchi, sede della Corte d’Appello in piazza dei Tribunali, con lo Scalone d’Onore che porta nelle sale che furono l’abitazione del principe Felice Baciocchi, marito di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, molto legata a Bologna come testimonia il fatto che il suo cuore sotto formaldeide sia conservato in San Petronio. Le scale di Palazzo Pallavicini, in via San Felice invece venivano salite dal giovane Mozart, che lì si esibì il 26 marzo 1770, due giorni dopo il suo arrivo a Bologna".