BENEDETTA CUCCI
Cronaca

"Un po’ di horror per le mie star"

Il regista americano Mark Anthony Green domani all’Arlecchino per il suo film ’Opus’ con John Malkovich

Il regista americano Mark Anthony Green domani all’Arlecchino per il suo film ’Opus’ con John Malkovich

Il regista americano Mark Anthony Green domani all’Arlecchino per il suo film ’Opus’ con John Malkovich

La superstar del pop degli Anni ‘90 Alfred Moretti annuncia di essere tornato a produrre musica dopo quasi trent’anni, creando una tempesta mediatica. Per presentare al mondo il nuovo album, invita sei ospiti della stampa a partecipare a una festa di ascolto nella sua tenuta nello Utah, tra questi la giovane giornalista Ariel (interpretata dalla star di The Bear Ayo Edebiri) e il suo capo Stan che non le fa mai scrivere storie importanti, anche se ha delle buone idee.

Ecco il plot di ‘Opus. Venera una stella’ del regista americano Mark Anthony Green che domani sarà al cinema Pop Up Arlecchino alle 21 per parlare del film. Nel ruolo di Moretti, l’inquietante popstar che si dice abbia acquistato i denti di Freddie Mercury ed è a capo di una setta, un eccezionale John Malkovich. Un film che fa riflettere sul rapporto che abbiamo con la celebrità tra suspense e horror, genere ormai tornato alla grande nel mondo cinematografico più contemporaneo.

Green, per lei il mondo della celebrità ha davvero qualcosa di orrorifico? "Sì e penso che ogni volta che si idolatra qualcuno e queste persone che vengono idolatrate se ne approfittano, c’è la possibilità che si instauri una dinamica orrorifica. E proprio questa possibilità credo che sia il setting migliore per questo film".

Come ha lavorato con Malkovich e quanto Malkovich ha messo nel personaggio di Moretti? "Innanzitutto gliel’ho chiesto molto gentilmente di collaborare con me, questo è stato il primo contatto. Poi John ha lavorato al 100% su questo personaggio di Moretti e lo ha elevato in tantissimi modi diversi. Sono proprio orgoglioso di dire che John ha fatto una delle interpretazioni migliori della sua carriera proprio nel mio film. E non vedo l’ora che tutto il mondo possa vedere quanto strano, inquietante e desiderabile sia il suo personaggio. Non posso dire molto di più, lui è proprio una musa ispiratrice per me".

Cosa l’ha invece ispirata nella creazione di questa popstar? "Volevo catturare la sensazione di stare accanto a una celebrità, non volevo scopiazzare i comportamenti dei vip. Volevo che il personaggio trasmettese la stessa sensazione che il pubblico prova stando vicino a personalità del calibro di David Bowie o Elton John o Prince, ma insieme non volevo che Moretti si muovesse, cantasse, danzasse come loro. La sfida per Malkovich è quindi stata quella di costruire un personaggio del tutto nuovo, con quella dinamica che si prova stando nel mondo dei ’grandi’".

Che cinema le piace fare? "Il mio approccio è quello di creare un’esperienza cinematografica, nel senso che mi chiedo come voglio che il pubblico sperimenti l’opera filmica. Adoro andare al cinema, essere messo alla prova, stare nelle sale affollate e avere le stesse reazioni di chi mi sta accanto e non conosco: ecco quindi che per me è importante dare la migliore esperienza cinematografica che io stesso vorrei. Lo scopo principale per questo film era che le persone venissero al cinema e si divertissero, lo so che il termine divertimento non piace a molti registi, ma non c’è cosa più bella di un’esperienza cinematografica divertente".