Un matrimonio... col botto. Letteralmente, come si dice. Tanto ‘esplosivo’ da costringere lo sposo a ritardare le foto di rito, per un passaggio obbligato in Questura, accompagnato dai poliziotti delle Volanti. Il perché è presto detto. Ore 12, piazza Maggiore. Solito passeggio di turisti, qualche cittadino ancora non partito per le ferie, camionette del Reparto mobile a garantire la sicurezza davanti a palazzo D’Accursio. Tutto normale, finché il consueto brusio della piazza non viene interrotto da un botto. E poi un altro. Sembrano spari, i turisti si preoccupano, i poliziotti vanno subito a verificare cosa stia accadendo.
Ma per fortuna nella piazza non c’è nessun esagitato armato. Piuttosto, come verificano subito i poliziotti impegnati nel servizio di controllo della piazza, la causa è un eccesso di gioia e di festa. Non proprio opportuno, sicuramente esagerato. E pure illegale. Tanto da costare allo sposo, un trentenne tunisino, una denuncia per procurato allarme e accensione pericolosa di giochi pirotecnici.
Perché quegli spari che avevano bloccato per la paura cittadini e visitatori di passaggio nella piazza all’ombra della fontana del Gigante, altro non erano che fuochi d’artificio. Che lo sposo e i suoi invitati, subito dopo la cerimonia, avevano inziato a far esplodere, invece di abbandonarsi al consueto (e innocuo) lancio del riso. Creando il panico tra chi passava di lì. Nessuno, fortunatamente, è rimasto ferito. Ma i poliziotti, dopo aver ascoltato i testimoni, hanno scoperto che ad accendere i giochi pirici, contenuti in una scatola appoggiata a ridosso di palazzo D’Accursio, era stato proprio lo sposo. Che dunque ha dovuto interrompere i suoi festeggiamenti per gli accertamenti che hanno poi portato alla doppia denuncia. Non solo. Il trentenne è stato anche sanzionato in via amministrativa per violazione dell’articolo 57 del Tulps, che regola proprio l’utilizzo di questo tipo di fuochi d’artificio, per cui è necessaria - non trattandosi di semplici petardi in libero commercio - un’apposita licenza. I mortaretti sono stati sequestrati. Quando lo sposo è tornato, con il suo carico di denunce, la festa è ricominciata. Con toni sicuramente meno esplosivi.
Nicoletta Tempera