Una cabina di regia unica, per fare rete, dedicata alla patata di montagna. E’ questo l’obiettivo che si sono posti i relatori del convegno ‘Rilancio della patata di montagna: problemi e prospettive’ svoltosi recentemente a Tolè. Il convegno ha prodotto un documento che verrà inviato all’Unione dei Comuni e alle associazioni agricole dove si chiede di favorire lo sviluppo del ‘Progetto patata di montagna’. Documento che ha già ottenuto un sostegno da parte di Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura.
Il convegno, organizzato dalla Pro loco, ha visto gli interventi di Dario Mingarelli, presidente Progetto mela rosa romana, di Emiro Endrighi dell’università di Modena e Reggio, del formatore Pietro Farinelli, di Tiberio Rabboni, presidente Gal (Gruppo di azione locale), dei sindaci Giuseppe Argentieri (Vergato) e Rossella Chiari (Castel d’Aiano) per conto dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese e di Giorgio Vitali, presidente onorario Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Bologna. "Basta campanili – ha detto Vitali –, ci si deve mettere assieme per fare squadra. La patata di montagna è un prodotto importante, che ha grandi potenzialità da mettere a frutto, dal punto di vita economico ambientale e si sviluppa in zone tra l’Appennino modenese e quello bolognese. Ma è un settore che vede purtroppo scarsa aggregazione tra i produttori. L’idea dunque è quella di creare una aggregazione, coinvolgendo le istituzioni, per rilanciare la patata di montagna. Si deve far nascere un distretto produttivo tra i Comuni di Zocca e Montese, per quanto riguarda Modena, e Lizzano, Gaggio, Castel d’Aiano, Vergato - Tolè per quanto concerne Bologna". "In sostanza – prosegue il presidente onorario – si deve fare sistema tra associazioni agricole, produttori, che sono un centinaio, enti, istituzioni per dare maggiore rilancio a questo prodotto, l’eccellenza della montagna. Questi comuni formano un’areale dove esiste un clima salubre che dà un prodotto di altissima qualità".
Gli fa eco il sindaco Argentieri: "Da sempre sosteniamo la patata di Tolè. Ora abbiamo bisogno che tutti si mettano in gioco per creare una nuova visione, che preveda investimenti e una strutturazione". Sulla trasformazione che potrebbe avere la patata di montagna il Gal fa sentire la sua voce. "Il Gal – afferma Rabboni - invita intanto i produttori agricoli, attraverso l’apposita procedura, a chiedere il riconoscimento della patata di montagna. Non costa nulla e aiuta a conoscere le origini del prodotto, del marchio. Il Gal poi ha emanato un bando per aiutare le imprese che operano nel settore della patata a rinnovare la propria struttura, vedi i macchinari, vendita diretta, con un contributo dl 50.000 euro su una spesa di 100.000 euro. Un secondo bando prevede un contributo di 50.000 euro su un massimale di spesa di 100.000 euro per i laboratori di confezionamento e per il commercio elettronico. E un terzo bando per proteggere le patate dai danni della fauna selvatica prevede un contributo massimo di 30.000 euro".
Pier Luigi Trombetta