Bologna, 29 novembre 2024 – "Mi sono sentito chiamato a muovermi. Non voglio che accadano altre tragedie simili. Per questo, tra i progetti a medio e lungo termine, oltre a dare vita a una Fondazione, ho intenzione di scrivere un libro per raccontare cos’è successo quella notte, una sorta di lettera aperta a mio fratello, dove scriverò tutto quello che non ho fatto in tempo a dirgli". Oltre lo strazio e la commozione, dalle parole di Andrea Farinelli traspare la volontà di un profondo impegno per tenere viva la memoria del fratello Simone, il ventenne di Ozzano trascinato dalla corrente e rimasto ucciso nell’alluvione di ottobre a Botteghino di Zocca.
"Sono tanti i progetti che vorrei realizzare una volta che mi sarò laureato – spiega Andrea –, sarebbe bello creare una Fondazione per testimoniare, sensibilizzare, creare una cultura a livello comunitario e avere risonanza sul piano nazionale, e anche per ricordare Simone e le sue passioni con progetti artistici per i giovani, incontri nelle scuole, mostre, concerti e magari dei cineforum, dato che quella sera stavamo tornando dal cinema. Con la Fondazione si potrebbe dare voce anche a chi resta isolato per problematiche di tipo climatico-ambientale. In programma anche un documentario d’inchiesta sulla Val di Zena, ne ho parlato con il sindaco e con il rettore: puntare sul racconto di quello che è accaduto in paese con ben tre episodi in un anno e mezzo, un caso unico, e trasformarlo in un messaggio per tutta l’Italia". Mercoledì Farinelli è intervenuto con un toccante discorso nel consiglio comunale che ha definito "della rinascita". "Quella notte ancora mi tormenta, ho le immagini fisse nella mente e dovrò conviverci per il resto della mia vita. Mio fratello, colui che potrei definire mio figlio, me lo porterò dentro e mi sarà sempre di supporto", ma "per trasformare il dolore in qualcosa di positivo per me e per la comunità, di Pianoro e non solo, voglio parlare dei valori e degli ideali che mi stanno muovendo. Penso che sia uno dei migliori metodi per elaborare il lutto peggiore che una persona possa subire". Andrea assicura: "Dedicherò tutto il resto della mia vita, oltre a portare avanti il ricordo di Simone e a proseguire nei miei obiettivi personali, a cercare di sensibilizzare le persone e fare il possibile per cambiare e trasformare questo mondo e questa umanità in qualcosa di più bello, proprio come avrebbe voluto Simone". Noi "possiamo cercare, nel nostro piccolo, come cittadini di Pianoro e del mondo, di limitare questi fenomeni. Per far sì che ciò accada bisogna essere uniti".
Chiede, "la massima collaborazione reciproca. Dopo esserci uniti a spalare il fango, dobbiamo farci forza per ricostruire questa bellissima comunità. Simone lo dovremo vedere per sempre nei nostri cuori e nelle azioni che facciamo, non voglio che vi sia un altro ’Simone Farinelli’ sulle pagine di cronaca nera. Non voglio che siano la rabbia e il dolore a prevalere, bensì la forza e il ricordo positivo".