REDAZIONE BOLOGNA

Un giardino per Dino Gavina: "Un luogo che amava molto"

Oggi l’intitolazione dello spazio di piazza San Domenico al genio indiscusso del design che abitava in via Garibaldi.

Un giardino per Dino Gavina: "Un luogo che amava molto"

"Era un luogo da lui molto amato, che si poteva ammirare dalla finestra della sua casa e per questo siamo molto felici per l’intitolazione a lui del giardino di piazza San Domenico". Le figlie Alessandra e Silvia Gavina e la moglie Greta Schoedel commentano così l’iniziativa che oggi alle 12 vedrà il suo compimento. Gavina, genio indiscusso del design, punto di partenza dell’Italian Style, abitò sempre in via Garibaldi 3, in quella casa con le finestre affacciate sull’amatissima piazza di San Domenico, un panorama che definiva "capolavoro, come ogni vera opera d’arte".

Classe 1922, se ne andò nell’aprile del 2007, lasciando in eredità intuizioni favolose che arrivarono nelle case degli italiani e nel mondo. Nell’atelier ’SimonGavina’ trasformò opere dei ‘padri della patria’ (come li chiamava) come Carlo Scarpa, Enzo Mari e Marcel Breuer, in oggetti ‘moltiplicabili’.

Il suo showroom di via Altabella 3 disegnato da Carlo Scarpa, oggi sede di un negozio e destinazione obbligata del turismo architettonico, suscitò a suo tempo (1961) polemiche, come già nella città di Bologna aveva suscitato polemiche l’integrazione (urbanistica) tra l’impianto medievale e quello moderno voluta da Alfonso Rubbiani agli inizi del novecento. La realizzazione del negozio fu resa possibile grazie al deciso intervento dell’allora assessore all’Urbanistica Giuseppe Campos Venuti. Nel 1948 Gavina aprì il primo piccolo negozio-laboratorio dove si fabbricano e si vendono alcune poltrone moderne, frutto del rapporto con progettisti conosciuti in città.

Ma il 1950 vede già la nascita di ‘Tripolina’ (poltrona essenziale, forse l’archetipo), primo prodotto pensato per la produzione in serie.

"Dino Gavina – afferma Elena Di Gioia, delegata alla cultura– è stato innovatore sovversivo nel campo del design e dell’imprenditorialità anticipandone una interpretazione creativa in chiave moderna. Intitolare a lui un importante spazio pubblico è porre una dedica permanente nella nostra città, a riconoscimento pieno di quanto Dino Gavina ci ha lasciato e per come ha segnato il paesaggio culturale internazionale mantenendo il legame con la nostra città". E sottolinea: "Come Amministrazione vogliamo fortemente ricordare l’opera di Dino Gavina, la sua capacità di visione, lo spirito di avventura e il suo straordinario istinto di innovatore".

Benedetta Cucci