"Il momento più toccante è stato quando mi sono ritrovato con la troupe in un magazzino con 8mila scarpine di bambini. Un impatto traumatico che ha tolto il fiato e ci ha immerso in un doloroso silenzio". Così racconta Danilo Caracciolo, regista del docu-film Memorijako drom (tracce di memoria), che descrive la tragedia del genocidio Rom e Sinti con una prospettiva unica, esplorando luoghi solitamente non accessibili all’interno dei campi di concentramento. Presentato ieri al Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, il docu-film, prodotto da SMAiL, fa parte del progetto Tracer (Transformative Roma Art and Culture for European Remembrance), un’iniziativa biennale finanziata dal programma europeo Cerv, e mira a sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni sull’importanza della memoria condivisa di questa tragedia.
"Il docu-film è uno degli esiti più significativi del progetto europeo Tracer, con cui l’Università di Bologna ha sviluppato negli ultimi due anni attività sulla memoria condivisa del genocidio Rom e Sinti – spiega Giovanna Guerzoni, antropologa e membro del comitato scientifico del progetto –. Le tre nazioni europee coinvolte, Italia, Portogallo e Polonia, hanno collaborato unendo università, associazioni territoriali e comunità Rom e Sinti. La sfida è stata quella di coinvolgere giovani delle comunità Rom e non, lavorando insieme per ricostruire la memoria collettiva del genocidio Rom e Sinti".
Maria Teresa Tagliaventi, sociologa e coordinatrice di Tracer, aggiunge: "Il film racconta la forza dell’identità collettiva. Attraverso le interviste ai membri della comunità Rom e Sinti, emerge con forza il tema dello stigma e di come esso sia costruito storicamente". Il docu-film verrà proiettato l’8 novembre, alle 20.30, al Cinema Perla di Bologna, con ingresso gratuito.