di Andrea Maioli
Una miscela di rock’n’roll, country e western swings che avvolge come una colonna sonora destabilizzante via Saragozza. Provincia di New Orleans.
È qui che ha casa e bottega il Lovesick Duo, all’anagrafe Francesca Alinovi e Paolo Roberto Pianezza: il cuore a Bologna ma la mente e il sound che scorre nelle vene decisamente orientato negli Stati Uniti. Che peraltro conoscono molto bene: in tempi pre-Covid là suonavano spesso, a New Orleans o a Nashville piuttosto che nella Grande Mela.
Ora sono ’confinati’ a Bologna, ma via social e web il mondo lo raggiungono comunque. E proprio a partire da oggi sarà su YouTube e sui loro canali social il video del secondo singolo dal nuovissimo album All Over Again. Videoclip girato dal giovane attore bolognese Romano Reggiani (su RaiPlay l’ultima serie di cui è protagonista, Mental, già di culto tra il pubblico teen) che si è ritagliato anche il ruolo di protagonista con un’altra fuoriuscita da Mental, Federica Pagliaroli. Il brano, a proposito, si chiama Second Chance.
Il regista-attore ha conosciuto il duo neworleans-saragozzese quando li ha invitati a suonare nel suo club, ora chiuso. Un bianco e nero che sconfina a tratti nel colore per una love story sotto i portici, fuori porta Saragozza. "L’ho girato in 43, con un taglio volutamente vintage. Pensavo ai vecchi film o alla camera fissa del Johnny Cash Show. Ma chi se ne intende, scoprirà riferimenti a un paio di video di Bob Dylan".
Johnny Cash... Un nome da epoca d’oro al pari di Hank Wiliams o Willie Nelson, idoli del Lovesick Duo che nella casa-studio accolgono amici e musici schiaffando in primo piano i poster di due film seminali: Blues Brothers e Ritorno al futuro. Ma come fa un duo che per natura vive di live – e parliamo di 100-150 date all’anno – in questo periodo pandemico per corpi e menti?
"Lavorando molto sui social, cosa del resto che facciamo gà da diversi anni. Proprio da qui abbiamo mandato in onda sul web un format con tanti amici musicisti ospiti, anche stranieri come Luke Winslow-King".
Robert Altman con il capolavoro Nashville lo aveva già fatto capire in tempi relativamente sospetti, ma questa musica country-western non è che si associa troppo all’America che adora dare l’assalto ai templi della democrazia? "La nostra musica è dissociata dalla politica e il fatto di amare questo genere non deve appiccicare delle etichette. Sulla nostra pagina Facebook abbiamo oltre centomila followers, magari in mezzo qualche estremista ci può stare ma sinceramente noi non ce ne rendiamo conto. Magari ci accorgiamo di più di qualche italiano non propio a piombo".
Ma abituati agli scenari made in Usa la scena bolognese come sta? A detta del duo e dell’attore-regista molto bene. I musicisti: "Qui siamo geograficamente in un ombelico del mondo: raggiungiamo qualsiasi posto in pochissimo tempo. E poi la scena è vivace, si sperimenta, come facciamo organizzando con Aldo Betto i concerti al Cortile Caffè, ovviamente in epoca extra Covid". L’attore che peraltro è anche musicista: "Ho vissuto diversi anni a Roma e ho scelto di tornare a vivere qui. Per dire, Roma a livello di club musicali ha una scena molto più ’povera’ rispetto alla nostra città e qui trovo l’energia mentale per creare nuove cose". Manca solo il Mississippi, il resto c’è.