ZOE PEDERZINI
Cronaca

Un dolore troppo grande: la corsa del padre nella casa del rogo, dove sono morti Stefania e i tre figli

George era nella sua abitazione di Minerbio quando ha appreso della tragedia. Sconvolto, si è allontanato per alcune ore e ha postato un ricordo sui social.

Bologna, 16 marzo 2024 – "Noi non abbiamo la forza, vi prego. È una tragedia troppo grande per dire qualcosa. Davvero non sappiamo cosa dire". Sono parole spezzate, dalle lacrime su visi provati, quelle dei familiari di Stefania Alexandra Nistor. Il tempo, per la famiglia della giovane mamma morta con i suoi tre bambini nell’incendio di via Bertocchi, si è fermato alle prime ore della notte tra giovedì e venerdì, quando è arrivata loro la notizia dell’immane tragedia.

L'ingresso del palazzo della tragedia e, nel tondo, un primo piano di Stefania e George sorridenti
L'ingresso del palazzo della tragedia e, nel tondo, un primo piano di Stefania e George sorridenti

Non c’è stato tempo neppure per capire. Perché dopo la corsa disperata in via Bertocchi, il riconoscimento straziante dei corpi, la dolorosa processione dei parenti ha toccato il Dos della Certosa, dove riposano le salme dei piccoli nipotini, Mattia Stefano, Giulia Maria e Giorgia Alejandra Panaite. Poi, stremati dal dolore, nonni e zii sono rientrati nella loro abitazione, poco distante da quella di Stefania. E proprio da lì, sulle rampe delle scale di un condominio avvolto nel silenzio, hanno chiesto di rispettare il loro dolore: troppo grande da immaginare, figurarsi da raccontare.

Il papà dei tre fratellini, i gemelli di due anni e la bimba di sei, che vive in provincia di Bologna, è stato avvisato dai parenti dell’ex moglie e si è subito portato sul posto, dove, appreso che non c’era spazio per la speranza, ha avuto un malore. George è stato soccorso dai sanitari sul posto ed è stato raggiunto, proprio in via Bertocchi, dal consulente psicologico della polizia, con cui ha avuto un colloquio. Dopo quel momento, il papà si è allontanato dall’abitazione tanto da allarmare le forze dell’ordine, preoccupate vista la drammaticità del momento e la fragilità che l’uomo ha riportato una volta appresa la notizia. In un primo momento sembrava fosse stato portato, già a notte fonda, all’ospedale Maggiore dove, però, non è mai stato registrato al triage, come dichiarato dall’Ausl stessa. Sono state, dunque, ore di apprensione per George che si era però soltanto voluto chiudere nel suo dolore e che, nelle prime ore del pomeriggio di ieri, ha pubblicato una foto sul suo profilo Facebook: un nastro nero a lutto con al centro la fiammella di una candela. Migliaia i commenti di vicinanza e supporto anche dei tanti amici dell’Est Europa, zona di provenienza della famiglia, che appresa la notizia hanno voluto far sentire il loro affetto e la loro amicizia.