REDAZIONE BOLOGNA

Un cappello da pasticciere sul feretro di Davide Bortolotti

Commozione al funerale del 47enne dipendente della ’Caramella’ di Gino Fabbri investito da un’auto

Un cappello bianco sopra la bara di legno chiaro, fra rose bianche. È il cappello da pasticcere di Davide Bortolotti, il 47enne investito da un’auto a Castel San Pietro, mercoledì, mentre era in sella alla sua bicicletta. Sopra, le firme dei colleghi della ‘Caramella’ di Gino Fabbri, la nota pasticceria di Granarolo dove Davide era approdato venticinque anni fa e da cui non se ne era mai più andato, diventando il maestro pasticcere esperto di lievito madre. A dargli l’ultimo saluto, nella chiesa di San Disma alle Mura San Carlo, ai confini di San Lazzaro, oltre ai colleghi ci sono i famigliari e gli amici che con lui hanno condiviso anche la passione per la bicicletta. Tra le tante persone presenti dentro e davanti alla chiesa c’era, poi, il suo amore più grande, la moglie Roberta, dipendente del Comune di Ozzano, che ha seguito la bara mentre entrava in chiesa per, poi, stringersi tra le braccia dei familiari.

Dopo alcune letture all’inizio della funzione la parola è passata al parroco che ha ricordato Davide con amore e tenerezza: "Quando è arrivata la notizia, ci siamo tutti detti ‘Forse ho capito male’ e siamo rimasti senza parole. Questi avvenimenti improvvisi lasciano sgomenti, tolgono il fiato e il sorriso. Ci viene quasi da dubitare della bellezza della vita e ci poniamo due domande, ‘come e perché?’, forse nella speranza che una sia conseguenza dell’altra e che ci arrivino risposte ragionevoli per quanto successo. Cerchiamo un motivo in questa cosa ingiusta come la morte di Davide, cerchiamo dei colpevoli. Bisogna, però, farsi forza e avere fiducia. Bisogna sperare che la vita sia più forte della morte nell’abbraccio di Dio e stare vicini a sua moglie e ai suoi figli".

Ad esprimersi, tramite una nota su Facebook, è anche il team di Gino Fabbri, lo chef che ieri era presente alla cerimonia tenendo chiusa ‘La Caramella’ in segno di lutto: "Non sappiamo se questo sia il giorno più difficile, sicuramente è un giorno difficile. Abbiamo salutato un padre, un marito, un amico, un collega, un grande uomo. Chiunque abbia incontrato Davide in pasticceria o nelle diverse scuole in cui ha insegnato ricorda la sua enorme passione per l’arte bianca, parlava poco, ma sorrideva tanto e con lo sguardo raccontava tutto".

Finita la funzione funebre, le parole erano davvero poche nel piazzale della chiesa, ma gli sguardi dei tanti presenti, tra le lacrime, esprimevano tutti il dolore per la perdita di una persona tanto giovane, quanto insostituibile, dedito alle sue passioni fino all’ultimo momento della sua vita. Lì, vicino alla via Emilia, dove ora rimarrà per sempre una bici bianca in sua memoria.

Zoe Pederzini