Bologna, 7 dicembre 2023 - È stato rinviato per la discussione al prossimo 18 gennaio il processo che vede imputati i tre attivisti di Ultima Generazione - Ettore, Mida e Silvia - arrestati lo scorso 2 novembre per aver bloccato per più di un’ora la tangenziale in segno di protesta contro il cambiamento climatico. I tre, difesi dagli avvocati Elia De Caro e Mimma Barbarello, rispondono di violenza privata aggravata e danneggiamento. Non è stata riconosciuta, invece, l’interruzione di pubblico servizio.
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Per due di loro venne stabilito il divieto di dimora a Bologna, mentre per il terzo l’obbligo di firma. Nel frattempo, anche per gli altri due attivisti la misura è stata attenuata e trasformata in obbligo di firma.
Nell’udienza di stamattina, i legali hanno chiesto il rito abbreviato e prodotto un video dell’azione in tangenziale per dimostrare come le modalità della protesta del 2 novembre scorso non è stata violenta.
Gli attivisti hanno inoltre rilasciato delle dichiarazioni spontanee esprimendo le loro preoccupazioni per le conseguenze dovute al cambiamento climatico, motivo per cui hanno manifestato in tangenziale senza però mettere a rischio la loro incolumità e quella degli automobilisti.
Fuori dal tribunale, come negli altri casi, è stato organizzato un presidio da parte di una trentina di ambientalisti per mostrare la loro solidarietà ai tre ragazzi sotto processo. Non solo, gli attivisti hanno anche dato vita a un flash mob di protesta: oggetti di vita quotidiana come scarpe, pentole e mappe stradali, sono state gettate a terra e ricoperte di fango come simbolo dei danni provocati dai cambiamenti climatici.