È stato assolto perché incapace di intendere e di volere, Francesco Ferioli, 48 anni, l’uomo accusato di avere ucciso con 14 coltellate il coinquilino Andrea Beluzzi, 54, la notte di San Silvestro del 2023. La perizia psichiatrica disposta sull’imputato ed eseguita dal professor Renato Ariatti, nominato dalla Procura, ha evidenziato però che Ferioli fosse incapace di intendere al momento del fatto, benché capace di stare in giudizio e riconoscendone anche la pericolosità sociale. Alle stesse conclusioni era giunto il consulente di parte nominato dalla difesa di Ferioli, rappresentata dall’avvocato Lucia Tura. Il pm Flavio Lazzarini ha dunque chiesto l’assoluzione per difetto d’imputabilità dell’assassino.
Per questo motivo, la giudice dell’udienza preliminare Grazia Nart, dopo il processo con rito abbreviato, ha dunque disposto per l’imputato il collocamento nella Rems di Reggio Emilia (ossia l’ex ospedale psichiatrico giudiziario) per due anni, la misura più restrittiva possibile in casi come questo. Trascorsi i 24 mesi, le condizioni del 48enne saranno rivalutate per comprendere se permanga o meno la sua pericolosità. Ferioli si trovava già nella struttura, prima della sentenza.
I fatti sono avvenuti a San Giovanni in Persiceto, in una palazzina di via Carbonara 25, l’ultimo dell’anno scorso. L’appartamento era di Beluzzi, ereditato dai genitori, ma da un paio di mesi i due lo condividevano nell’ambito di un progetto di housing sociale promosso dal Comune di San Giovanni.
Entrambi infatti stavano trascorrendo un periodo di difficoltà economica e sociale: Beluzzi, rimasto orfano e divorziato da poco, da un anno era seguito dai servizi sociali, che lo aiutavano a fare fronte alle spese quotidiane come le bollette o l’acquisto di generi alimentari. Ferioli invece, ex veterinario disoccupato di Cento, dopo il matrimonio fallito viveva da mesi in auto. Lì lo aveva trovato la polizia locale, che lo aveva poi affidato ai servizi sociali, fino alla proposta di co-housing con Beluzzi: nulla, in quel momento, poteva lasciare presagire che oltre ai problemi economici l’uomo potesse essere affetto da altri di natura psichiatrica, e che addirittura fosse pericoloso.
Si arriva così al giorno di San Silvestro. Attorno alle 14, è lo stesso Ferioli a chiamare i soccorsi, ma si scoprirà poi che il delitto era avvenuto diverse ore prima, nella notte precedente. L’ex veterinario inizialmente confessa, poi si avvale della facoltà di non rispondere e successivamente ritratta dando versioni diverse e discordanti dell’accaduto, non convincendo però sulla propria estraneità.
Al processo non si è costituita parte civile, ma è rimasta solo parte offesa, l’ex moglie della vittima, assistita dall’avvocato Federico Fischer. Motivazioni attese in 30 giorni.
Federica Orlandi