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Bologna, uccise la moglie per amore, la figlia: "Papà, ti perdono"

La figlia di Mauro Bergonzoni dopo la condanna del genitore a 8 anni, con il reato derubricato: "Lei stava male, volevano morire insieme"

Il giorno delle nozze, nel 1975, tra Maria Rosa Elmi e Mauro Bergonzoni

Bologna, 14 ottobre 2022 - "Lo so per certo che nessuno dei due poteva concepire una vita senza la presenza dell’altro. Ecco perché ho perdonato papà". Lo sguardo di Tania è disarmante. Mai avrebbe voluto apparire in una storia del genere. La storia della sua famiglia. Lei e i suoi genitori sono sempre state persone lontane anni luce dai riflettori. Mamma, Maria Rosa Elmi, 73 anni casalinga; papà, Mauro Bergonzoni, quattro in più, contadino con la passione per la caccia. "Il loro – fa sapere con dolcezza – è sempre stato un amore platonico, d’altri tempi". Lo ha capito anche l’Assise che l’altro pomeriggio, su richiesta esplicita del pm Marco Forte e degli avvocati Eva Biscotti ed Ettoreantonio Di Lustro, ha derubricato l’accusa di omicidio volontario aggravato (rischio ergastolo) in omicidio del consenziente con una condanna finale di 8 anni (contro i 5 chiesti). "I miei – riparte Tania – hanno vissuto gli anni del matrimonio in perfetto accordo, amandosi profondamente".

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Il sì nel 1975 dopo anni di fidanzamento. "Li vedevi camminare per Castello di Serravalle – dicono dal loro paese – a manina e quando si guardavano negli occhi sembravano fidanzatini". D’un tratto però la vita cambia e il destino beffardo ci mette lo zampino. Maria Rosa inizia a stare male, "accusava un fortissimo dolore alle gambe ma non si è mai trovata nè l’origine nè la cura". I giorni diventano sempre più difficili, la donna fatica a camminare, a stare in piedi e allora pensa Mauro a tutto che per lei si fa in quattro. "A seguito della malattia – riprende Tania – mamma incominciò a soffrire di una forte depressione (tentò anche il suicidio, ndr ). Il loro rapporto divenne assoluto, esclusivo perché mamma voleva vicino a sè mio padre in qualsiasi situazione e lui viveva per accudirla e per cercare di alleviarle le sofferenze. Questo portò a una chiusura verso gli altri, nemmeno io sono riuscita a rendermi conto fino in fondo di quel profondo malessere".

Mauro, chiedeva sempre lei, voglio morire. Uccidimi . Lui tutte le volte tergiversava, prendeva tempo, cambiava discorso. Fino a cedere definitivamente il 21 agosto 2021 quando, dopo aver lasciato un biglietto alla figlia ( Abbiamo deciso insieme di farla finita ), chiusi in auto il 77enne sparò un colpo al cuore della sua Maria Rosa per poi puntare il fucile contro di sè: due colpi alla pancia che non furono letali solo grazie all’arrivo di un pescatore. Il pensionato, che dopo un lungo ricovero in ospedale e in casa di riposo, ora è pronto a tornare a casa dove trascorrerà la detenzione domiciliare. Accanto a Tania che, giura, quel gesto estremo l’ha capito fin dal primo momento. "Perché era amore vero. E per questo l’ho perdonato".