Biancastella
Antonino
Se De Brosses giudicava le signore bolognesi belle, eleganti e alquanto disinvolte, Casimir Freschot, benedettino francese, fu piuttosto "severo" nei loro confronti. Attento osservatore e sicuramente ben informato anche sui pettegolezzi, particolari piccanti e ‘scandalucci’ che a Bologna, come in altre città, non mancavano, ne scrisse con una certa vivacità ma attenendosi, dicono i commentatori, alla veridicità dei fatti. E allora, Abate Freschot, cosa pensa delle signore bolognesi? "Credo proprio – mi risponde – che vivano giocondamente e che godano di tutti i privilegi, compresa una grande libertà di comportamento. Mi sembra poi che siano molto solidali fra loro, si aiutano vicendevolmente e si riuniscono in piccoli gruppi per confidarsi senza riserve i loro intrighi, le loro fortune e le loro sventure". Anche Freschot, come De Brosses, è colpito dall’eleganza delle signore ma le rimprovera di "approfittare talvolta della generosità dei cavalieri, loro ammiratori, per acquistare a loro spese oggetti di ornamento e stoffe di seta, causando per questa loro mania di abbigliarsi alla moda la gelosia delle altre che non possono permettersi certi privilegi e che ricorrono perciò a qualsiasi espediente per procurarseli". A che cosa si riferisce in particolare? E mi racconta con dovizia di dettagli di una signora che, tramite un’amica fidata (a proposito di solidarietà!) riesce a farsi prestare da un cavaliere di passaggio un’ingente somma per acquistare delle stoffe nuove per un sontuoso abito, dando in pegno una sua sottana di merletto. Ma non riuscendo ad onorare il suo debito causò l’ira del creditore che si vendicò in modo assai poco cavalleresco, facendo indossare la sottana di merletto avuta in pegno ad una prostituta e proprio alla messa della domenica. Così tutti poterono riconoscerla e risero e spettegolarono a lungo sulla brutta avventura della sottana di merletto.