Cosa rende una donna una madre buona o cattiva? Cosa si aspetta da lei la società? Esiste l’istinto materno? Partendo da queste domande,l’associazione Triste Film lancia da oggi alle 11 al cinema Odeon quattro mattinate domenicali intitolate Mommy Issues, che esplorano temi legati all’emisfero materno. Si comincia con Maternal di Maura Delpero, recentemente premiata a Venezia con Vermiglio, che nel suo primo lungometraggio del 2019 narra le vite delle diciassettenni Luciana e Fatima – che si intrecciano a quella della novizia Suor Paola – a Buenos Aires, all’interno di un hogar, una casa famiglia per ragazze madri gestita da suore. Ci si immerge in in un confronto notturno tra madre e figlia in cui tutti i nodi vengono al pettine, con Autumn Sonata di Ingmar Bergman del 1978, che vede per la prima e unica volta nella sua carriera professionale, Bergman dirigere la sua omonima, e altrettanto famosa, Ingrid Bergman, affiancata sulla scena da altri artisti già noti al regista, prima tra tutte Liv Ullmann, nell’occasione accompagnata dalla di lei (e dello stesso Bergman) figlia Linn, all’epoca undicenne.
Segue The Lost Daughter (foto), opera prima di Maggie Gyllenhaal tratta dal romanzo di Elena Ferrante, che del lato oscuro della maternità tanto ha scritto. È questa una storia che parla dell’essere madre, ma ancor prima dell’essere donna e il concetto di maternità è presentato in modo atipico. La piccola rassegna di mattinate (con tanto di caffè e cornetto) si conclude con Mommie Dearest, il famigerato cult di Frank Perry. Un "vero-falso storico" inafferrabile che, nelle sue ricercate esagerazioni, rivela, drammatizza e reinventa il problematico rapporto di Christina con la madre Joan Crawford. Un esempio di illusione cinematografica potentissima che riesce a parlare una lingua universale. Un’idea di incontri, questa, importante per esplorare temi come il desiderio di maternità, le sfumatura inaspettate dell’amore materno, i conflitti insiti nel rapporto madre-figli e anche la salute mentale delle donne.
b. c.